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Massimiliano Di Scerni
Attualità
La storia

Asti, sulle colline del tartufo bianco nasce l’Accademia per i “tabui”

L’ha fondata un tartufaio e l’ha fatta diventare una professione. La sua filosofia si fonda sulla cerca come gioco per il cane

Pierino e Balù non vedono l’ora di uscire dalla gabbia usata per portarli al boschetto in zona Callianetto che conoscono bene. Sono due cuccioli, incroci fra uno spinone e un pastore, e appena a terra giocano, si rincorrono, si rotolano nelle foglie secche e mordicchiano i rametti. Ma basta qualche briciola di tartufo nero gettata in mezzo alle foglie per trasformare i due cagnolini giocherelloni in cagnetti concentrati a cercare i pezzetti.
«La mia linea di addestramento? Fare in modo che cercare tartufi sia un gioco per i tabui, non un lavoro o una costrizione».
Sta tutta in questa frase di Massimiliano Di Scerni la sua filosofia di preparazione dei cani da tartufi. Lui non è solo un trifulau di lunga data (ha cominciato a 24 anni grazie a Piero, un anziano vicino di casa) ma è anche un addestratore Enci (Ente Nazionale Cinofilia Italiana) e fondatore della Academy Dog School Truffles, la prima “scuola” professionale astigiana per cani da tartufo.
La narrazione romantica della cerca del tartufo riporta a trifulau autodidatti che si addestrano il cane da soli. In parte è ancora così, ma anche in questo mondo che ha assunto importanti dimensioni economiche, oltre che una rilevante posizione nel panorama enogastronomico si fanno spazio figure più professionali.
E Di Scerni è una di queste.
«Da quando ho aperto l’Academy ho già preparato almeno una cinquantina di cani da tartufo – sottolinea – quasi tutti già in possesso dei futuri tartufai. Perché la maggior parte dei miei clienti sono persone (giovani e meno giovani) che vogliono iniziare questo particolare hobby ma non sanno come fare. Io non mi limito a preparare i loro cani per la cerca, ma faccio scuola anche al conduttore».
Fornisce consigli e informazioni sia su come interagire con il cane che sul riconoscere le piante tartufigene, come eseguire una giusta cava del tartufo e poi tutte le nozioni che si devono imparare per il rilascio del patentino.
«Ma gli spiego anche e soprattutto che il cane da tartufo non va visto come uno “strumento” per trovare tartufi che generano profitto. No, il tabui è un compagno di vita che va prima di tutto amato e rispettato.
E poi bisogna sempre ricordarsi che è paragonabile ad un atleta: per rendere al meglio deve restare sempre allenato, anche nei mesi in cui la cerca è ferma».
Così Di Scerni consiglia a tutti di congelare un po’ di tartufo nero durante la stagione di raccolta per usarlo durante i mesi di fermo, quando il cane va comunque portato nel bosco e appagato nel suo gioco della cerca.
«Bisogna pensare continuamente al suo benessere con una nutrizione adeguata e una cura generale. Se il cane è in forma, avrà più voglia di giocare e visto che per lui trovare tartufi è un gioco, anche il suo conduttore ne trarrà vantaggio. Tenuto conto che andare a tartufi non deve essere visto solo come attività di reddito – prosegue Di Scerni – ma è una scuola per imparare a relazionarsi con il cane, con la natura, con sé stessi durante la solitudine della cerca. E’ quasi una terapia».
Per il titolare della Academy Dog School Truffles, ogni cane può potenzialmente diventare un tabui. «Non è la razza a farne un buon cane da cerca, ma la sua indole. Io poi utilizzo il metodo dell’imprinting, associando da subito il profumo del tartufo alla madre dei cuccioli che intendo preparare. Più cresciutelli avranno un tartufo per gioco, insieme ad una pallina, in modo da riconoscere il messaggio ludico ogni volta che sentono quel profumo». Da cucciolo fino a cane da tartufo “finito”, servono circa 2 chilogrammi di tartufo nero per preparare un buon tabui.

(Nella foto Massimiliando Di Scerni con Pierino e Balù al “campo di allenamento” – Foto Ago)

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