Quattro ore di Consiglio sui campi nomadi di Asti sono servite per chiarire, se qualcuno avesse avuto qualche riserva, che l’attuale situazione di via Guerra (cui si aggiunge l’area sinti di Revignano) non è più accettabile e che bisogna «superare i campi nomadi»
Quattro ore di Consiglio sui campi nomadi di Asti sono servite per chiarire, se qualcuno avesse avuto qualche riserva, che l’attuale situazione di via Guerra (cui si aggiunge l’area sinti di Revignano) non è più accettabile e che bisogna «superare i campi nomadi». Come? Nessuna certezza perché, sentendo gli interventi in aula, alcune proposte sembrano più fattibili di altre, ma tutte hanno un costo che né l’amministrazione comunale, né la Regione possono sostenere in questo momento.
Nel frattempo è necessario che i nomadi, Rom e Sinti, rispettino le leggi e il Regolamento comunale emanato nel 2000 e rimasto sostanzialmente nel cassetto. Anche l’Europa dà l’indicazione di chiudere i campi nomadi, e, soprattutto in Italia, sono emerse criticità tali da rendere necessario un continuo controllo da parte delle forze dell’ordine. In Consiglio c’è chi ha invocato maggiore severità e rispetto delle regole previste dalla gestione del campo, a cominciare da Fratelli d’Italia che ha chiesto per primo una discussione aperta sul tema, ma c’è anche chi considera indispensabile lavorare sull’integrazione e l’accoglienza dei nomadi, di fatto stanziali e quindi diventati astigiani tutti gli effetti.
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Riccardo Santagati