Il 2023, fra le altre cose, si è portato via anche qualche “pezzo storico” del mercato di Asti.
Sono infatti tre i banchi molto conosciuti e presenti da decenni in piazza Alfieri e in Campo del Palio, che hanno deciso di chiudere i battenti.
Uno di questi ha rifornito intere generazioni di profumi, deodoranti, cosmetici e prodotti per l’igiene della persona. Da tutti è conosciuto con la storica insegna di “Dany” ed è sistemato sul lato di piazza Alfieri portici Anfossi.
«Questo banco lo hanno aperto mia madre, Daniela Chiusano, da cui l’insegna e mio padre Eugenio Capitolo – racconta Massimo, il figlio 45enne della famiglia originaria di Roatto – Io ci lavoro dal 1993, da quando avevo 14 anni».
Oltre al doppio mercato di Asti, “Dany” era presente anche a quelli di Canelli e Moncalvo e, a qualche anno dall’apertura del banco in piazza, la famiglia si era allargata anche con l’attività di magazzino per la vendita all’ingrosso.
«Fino al Covid, seppur si fosse già registrato un calo, riuscivamo comunque a lavorare ancora dignitosamente – spiega Massimo – I ripetuti lockdown, invece, ci hanno messo in ginocchio perchè hanno interrotto un flusso commerciale naturale che ci consentiva anche di rispettare i fisiologici rapporti con le banche. Nonostante gli aiuti di Stato, abbiamo cominciato a ridurre l’attività dell’ingrosso perchè non riuscivamo a ricevere i pagamenti dai colleghi ambulanti che avevano i nostri stessi problemi di clientela impoverita dagli aumenti dei prezzi di bollette e generi alimentari e così è maturata l’idea di abbandonare».
La decisione finale, racconta ancora, è arrivata con l’accorciamento dell’orario di apertura del mercato: «Dieci anni fa non sarebbe stato un problema, nella situazione di oggi, invece, anche mezz’ora di vendita conta» dice Massimo. Che fa visibilmente fatica a raccontare di questa chiusura, che avverrà intorno alla fine di gennaio. «Ho già un altro lavoro, non ho trovato nessuno che rilevasse il banco. Continuerò nel settore commerciale ma come dipendente. Anche se un grande pezzo del mio cuore rimane qui, su questa piazza, fra i clienti e i colleghi». (Nella foto di copertina)
Una decisione presa con sofferenza e meditata a lungo anche quella di Margherita Scapparino, titolare del banco di calzature “Doppio Nodo”, in piazza Alfieri. Lei già da qualche settimana non è più presente.
«Il banco era stato acquistato da mio padre nel 1997 ed era un posto storico arrivato alla terza generazioni. Io ci ho lavorato prima con mio padre e poi con mio marito. Ora ho deciso di abbandonare perchè non è più remunerativo».
Un declino di cui la ex titolare di Doppio Nodo, di San Damiano, individua l’inizio già allo spostamento dell’ospedale dalla storica sede di via Bottallo.
«L’ospedale era un centro di attrazione incredibile. Il calo di vendite è iniziato lì e poi è peggiorato. Da essere il migliore del Piemonte, il mercato di Asti è arrivato ad essere il peggiore. La riduzione degli orari e il controllo “rigidissimo” del loro rispetto mi ha portata molte volte a dover mandare via la gente mentre stavo smontando. Perchè era proprio quella l’ora in cui le persone tornavano fuori per fare un giro al mercato. E poi non posso nascondere che un altre grande problema è quello delle vendite on line che, nel settore calzaturiero, rappresentano il primo concorrente». Ha cambiato lavoro non senza un peso nel cuore: «27 anni di piazza sono tanti, ho pianto salutando clienti e colleghi. Non mi sono mai pesati il freddo, il caldo, le alzatacce. Amavo questo lavoro, ma non potevo più viverci».
E se si parla di banchi storici, non si può non parlare, sempre in ambito calzaturiero, di quello delle “Scarpe di Vigevano” portato per la prima volta in piazza ad Asti nel 1975 da Angioletto Soliano. Lui era originario di Vigevano, acquistava buone scarpe a buon prezzo direttamente dai fornitori vicino a casa e le rivendeva sulle piazze di Asti, Casale e altre vicino a casa. Banco che è passato poi alla figlia Patrizia e al genero Giuseppe Callerio e, in ultima istanza, ai nipoti Tommaso e Lidia.
«La gente ha cambiato modo di acquistare e avevamo difficoltà a trovare fornitori di qualità ad un prezzo buono per la piazza – spiegano i due nipoti – E poi, su Asti, il parcheggio a pagamento, le incertezze sullo spostamento che hanno confuso e disorientato i clienti, il cambio degli orari, il mai avvenuto ridisegno della piazza aggiunti alla tendenza ad acquistare on line ci hanno fatto decidere di lasciare. Seppur con grande dispiacere».
Lidia andrà a fare la postina, Tommaso l’autista per un’azienda di servizi.