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Attualità

Asti, un appello per il cibo alle tartarughe del laghetto dei Giardini pubblici

Il loro numero aumenta di continuo a causa dei continui abbandoni e l’associazione Una, che si occupa di nutrirle, chiede aiuto

L’appuntamento di primavera saltato a causa del lockdown

Tradizionale pulizia  al laghetto delle tartarughe nel cuore dei giardini pubblici di Viale alla Vittoria ieri ad opera dei volontari dell’associazione  ambientalista UNA (Uomo Natura Animali) per sistemare il piccolo specchio d’acqua che dà ospitalità ad oltre 150 tartarughe.
Saltata la pulizia di primavera a causa del lockdown, l’Una ha deciso di non attendere quella di settembre per paura che la sporcizia accumulata durante l’inverno possa nuocere alle bestiole.

Censito e visitato tutte le bestiole

Così, grazie anche alla collaborazione di alcuni addetti del Comune di Asti e di operatori dell’Asp per vuotare il laghetto, pulirlo con le lance d’acqua e riempirlo nuovamente di acqua pulita, i volontari dell’Una hanno nuovamente censito le tartarughe, ne hanno verificato lo stato di salute e hanno spazzolato loro di dosso lo strato di fango raccolto durante i mesi scorsi.
E hanno raccolto tantissimi rifiuti.

Spesso nel mirino di vandali

«Sono tantissimi i bambini con genitori e nonni che visitano il laghetto delle tartarughe – spiega Claudia Sgarzi, presidente di Una Asti – ma sono anche tanti i vandali che non hanno alcun rispetto per le bestioline ospitate. Sempre più spesso assistiamo ad atti di vandalismo come getti di bottiglie, lattine, cartacce e rifiuti di plastica dentro il laghetto oltre a gesti di maltrattamenti veri e propri delle tartarughe.
A volte vengono stuzzicate con bastoni di legno, altre volte, le peggiori, vengono prelevate e lasciate a zampe all’insù in giro per i giardini pubblici».

Due giovani volontari dell’Una

Chieste delle telecamere di sorveglianza

«Al comandante della Polizia Municipale e all’assessore alla sicurezza vogliamo chiedere maggiori controlli nell’area e l’installazione di telecamere di sicurezza che certamente scoraggeranno gesti incivili nei confronti delle tartarughe indifese» prosegue Claudia Sgarzi.
Intanto le tartarughe aumentano di anno in anno.
E non perché si riproducano, spiegano dall’Una, ma perché vengono abbandonate da chi le ha in casa e non vuole più occuparsene.

Chi le abbandona faccia almeno un’offerta per il mangime

«Chiediamo a tutte queste persone di darci almeno un aiuto nell’acquisto del mangime che la nostra associazione garantisce da dieci anni alle tartarughine. Abbiamo cominciato ad occuparcene quando erano 40 e oggi sono oltre 150 spingendoci ad un forte sforzo economico».

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