Il mese di febbraio 2023 segna un traguardo importante per Augusto Sandrecchi: trent’anni di pratica shiatsu a livello professionale nella città di Asti.
Di strada ne ha fatta tanta da quel 1990 quando inaugurò inizialmente il Centro Polispecialistico con Norberto Saracco nei locali al piano terra di via Testa, proprio di fronte alla San Giuseppe.
Tre anni dopo nello stesso Centro arrivarono i primi appuntamenti con i massaggi shiatsu praticati da Sandrecchi che, da allora, è diventato uno degli operatori di riferimento per chi ha voluto avvicinarsi a questo mondo.
«Non chiamatelo massaggio – dice Sandrecchi – lo shiatsu è una fusione di scienza, arte e cultura. Diversamente dalle tecniche di cura occidentali della medicina convenzionale, lo shiatsu non va a curare il sintomo del quale risente il paziente, ma agisce direttamente sull’origine energetica del problema di salute».
Cosa è cambiato in questi 30 anni?
«E’ cambiata la città e sono cambiato io – risponde con la serenità che non lo abbandona mai – La città è cambiata perchè si è notevolmente impoverita. All’inizio lo shiatsu era alla portata di tutti e avevo pazienti di ogni età e ceto sociale. Da un po’ di anni invece, la crisi economica persistente lo ha trasformato in un’arte orientale per un’élite che può permettersi di investire sul proprio benessere».
Grande è stato il lavoro di crescita personale che ha accompagnato la carriera di Augusto.
Dalla creazione della Fisieo (Federazione Italiana Shiatsu Insegnanti ed Operatori) che ha dato visibilità alla professionalità degli operatori, all’aggiornamento continuo cui Sandrecchi si sottopone per esplorare sempre nuovi angoli della medicina orientale, strettamente legata allo shiatsu. E anche per soddisfare la sua fame di conoscenza e di confronto con gli altri operatori, favorita dalla nascita, nel 1990 della Federazione a cui si è iscritto nel 1997 entrando così a far parte del registro italiano degli operatori shiatsu certificati.
Ma l’operatore astigiano ha fatto molto di più, inventando l’arte del “tekiatsu”, derivata dallo shiatsu e tradotta in “giusto modo di toccare”.
«Si basa sulla risonanza con il paziente-ricevente – spiega il suo ideatore – Una metodica che consente di far emergere le vibrazioni delle disarmonie energetiche attivando reazioni autocurative nel paziente».
Un’invenzione tutta astigianache garantisce benefici fisici e mentali al termine di ogni seduta: «Come per la base dello shiatsu, non si cura la malattia, ma la condizione energetica responsabile di essa».
Per questo motivo nello studio di Augusto Sandrecchi ci vanno persone di ogni età e in ogni condizione di salute, anche molto serie come i malati oncologici.
«Ho molti clienti abituali, qualcuno che viene da me ormai da 25-26 anni. La prima volta arrivano per risolvere un problema specifico di salute che li affligge e poi continuano a venire per provare il senso di profondo benessere che lo shiatsu infonde. Diventa un appuntamento necessario per avere la propria iniezione di armonia fisica e psicologica senza farmaci, senza sforzi, compatibile con qualunque eventuale terapia in atto».
Un angolo di pace dove regalarsi una ricarica di energia.
«E lo è per tutti, anche per me che lo pratico – ammette Augusto – Quando, dopo trent’anni, qualcuno mi chiede se io abbia ancora voglia ed energie per lavorare, rispondo sempre che faccio shiatsu perchè fa bene innanzitutto a me».
Importante traguardo
- 11 Ottobre 2024
- Redazione