Qualcosa è migliorato dopo la denuncia dalle colonne del nostro giornale sul divieto degli accompagnatori di restare in sala d’attesa con i pazienti che devono ancora essere chiamati e visitati in Pronto Soccorso. Un divieto che costringe i parenti ad attendere sul marciapiede fuori dal Pronto Soccorso, al caldo cocente estivo e con una fila di sedie di ferro addossate alla facciata come unico confort.
Nei giorni scorsi, infatti, la direzione Asl ha fatto posizionare un telo appeso alla pensilina in cemento che ripara un po’ dal sole, aumentando la superficie ombreggiata. Sistemati anche alcuni vasi con oleandri fioriti che stemperano un po’, insieme ad altre piante già messe a dimora nei vasi, la desolazione del cemento di marciapiede e muri.
Ma il divieto di rimanere accanto ai pazienti in attesa rimane e rimarrà anche in futuro. Il perché lo ribadisce il direttore generale dell’Asl Giovanni Gorgoni.
«I lavori di adeguamento antisismico hanno imposto una riduzione sensibile della sala d’attesa originale. E’ stato necessario realizzare i pilastri portanti agli angoli della sala con relative gabbie alla struttura portante. Un intervento necessario per la sicurezza di tutti che però hanno fatto perdere una decina di posti a sedere».
A questi lavori si aggiungono, a ruota, quelli previsti dalla Regione per la cosiddetta “umanizzazione” dei Pronto Soccorso di tutto il Piemonte, Asti compresa.
«Esiste una check list con interventi precisi che stiamo via via mettendo in campo – spiega ancora Gorgoni – si va dalla sostituzione dei rivestimenti e dei pavimenti al cambio delle poltrone in sala d’attesa dove arriveranno anche i monitor e i collegamenti wi-fi. Lavori che, per indicazione precisa dell’assessore regionale, dovranno essere terminati entro la fine dell’anno».
La sala d’attesa sarà sicuramente più confortevole, ma rimarrà sempre a disposizione solo dei pazienti in attesa di essere visitati. «Lo spazio è troppo angusto per consentire la presenza anche degli accompagnatori. Abbiamo chiesto però dei preventivi per l’acquisto di una struttura modulare chiusa sui lati da sistemare all’ingresso del Pronto Soccorso, a disposizione dei parenti, dove ora ci sono le sedie di ferro sul marciapiede». Una “veranda” chiusa, per intenderci, che sarà dotata di climatizzazione in ogni stagione.
Commercio
- Riccardo Santagati