Un traguardo che racconta vent’anni di dedizione, studio e crescita condivisa. Il polo universitario Rita Levi Montalcini ha celebrato i vent’anni del corso di laurea in Infermieristica dell’Università di Torino, attivo ad Asti dall’anno accademico 2005/2006. Un pomeriggio di bilanci e testimonianze, nell’aula magna “Umberto Veronesi” di piazza Fabrizio De André, per ripercorrere due decenni di formazione che hanno contribuito a costruire un presidio di competenze e umanità al servizio del territorio.
Attualmente sono 277 gli studenti iscritti al corso, mentre nel solo autunno 2025 si laureeranno 27 nuovi infermieri. Dalla nascita del corso, i professionisti formati sono 751, tutti impiegati oggi in strutture sanitarie pubbliche e private in Italia e all’estero.
Un risultato che, come ha sottolineato Livio Negro, ex presidente del polo universitario, “testimonia la crescita di un percorso che è cresciuto con il territorio e per il territorio. Gli infermieri sono la prima linea della cura, accanto ai medici, e formare qui ad Asti figure qualificate significa investire nel futuro della nostra sanità”.
Una storia di persone e di scelte lungimiranti
Nel corso dell’incontro, moderato dal direttore de La Nuova Provincia Fulvio Lavinia, la presidente del corso Claudia Penna ha ripercorso la storia della laurea in Infermieristica: “Dal primo anno, nel 2005, con 70 studenti, siamo arrivati a una media costante di 40-50 laureati ogni anno, tutti occupati. In vent’anni sono passati da queste aule quasi tremila studenti. Abbiamo visto il corso crescere, spostarsi da via Testa all’attuale sede di piazza De André, e dotarsi di un laboratorio all’avanguardia che è stato fondamentale anche durante il periodo della pandemia”.
Un riconoscimento è andato anche a Michele Maggiora, allora presidente del polo universitario, che nel 2005 rese possibile l’attivazione del corso ad Asti. Oggi, a novant’anni, il suo nome è rimasto legato a un progetto che ha cambiato il volto della formazione sanitaria locale.
Il valore della formazione e la sfida delle nuove competenze
Nel suo intervento da remoto, Fabrizio Bert, docente del Dipartimento di Scienze della Sanità Pubblica e Pediatriche, ha sottolineato “l’importanza del rapporto tra università e territorio, in un periodo in cui la sanità pubblica vive una fase di difficoltà e rinnovamento. La sfida è appassionare i giovani e dare loro strumenti per essere parte di questo cambiamento”.
Proprio in questa direzione si inserisce la nascita della laurea magistrale in Scienze Infermieristiche e Ostetriche, attiva ad Asti dall’anno accademico 2023/2024. La presidente del corso Sara Campagna ha raccontato come l’iniziativa sia nata “per rispondere alla necessità di un percorso completamente clinico e centrato sulle cure territoriali, capace di formare professionisti pronti alle nuove sfide del sistema sanitario”. Oggi è un vero laboratorio permanente di ricerca e cooperazione con le aziende sanitarie”.
Una professione in evoluzione
Tra i relatori anche Valerio Dimonte, professore ordinario dell’Università di Torino, che ha ricostruito l’evoluzione del ruolo dell’infermiere: da figura ausiliaria a professionista sanitario con autonomia e responsabilità proprie. “Negli anni, è cambiato tutto: i bisogni della popolazione, la sanità territoriale, la relazione di cura. L’infermiere oggi è una figura centrale nell’assistenza preventiva, curativa, palliativa e riabilitativa. E continuerà a esserlo sempre di più”.
Sul futuro della professione si è espressa anche Katia Moffa, direttrice della Direzione delle Professioni Sanitarie dell’ASL AT: “I contesti di cura sono profondamente cambiati. La tecnologia è una risorsa, ma resta imprescindibile la capacità relazionale, il sapere stare accanto alle persone nei momenti più fragili della loro vita”.
Concetto ripreso da Stefania Calcari, presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Asti: “Le radici della nostra professione sono nella cura. È da lì che possiamo guardare avanti, con competenza, etica e orgoglio”.
Le voci di chi c’era e di chi continua
A portare un tocco umano e diretto sono state Melissa Laurenza e Chiara Boero, due studentesse storiche del corso, che hanno raccontato la loro esperienza: “È stato un percorso impegnativo ma profondamente arricchente – ha detto Melissa – perché stare accanto alle persone, diventare un riferimento per loro, ti forma prima di tutto come essere umano”.
Chiara, laureata nel 2007, ha aggiunto: “La professione si è evoluta molto, ma l’essenza è la stessa: la relazione e la cura restano il cuore di tutto”.
Uno sguardo avanti
Durante la conferenza sono intervenuti anche Giovanni Gorgoni, direttore generale dell’ASL AT, che ha ribadito: “il valore di una formazione che risponde ai bisogni del territorio e che rappresenta una risorsa concreta per l’intero sistema sanitario”, e Loretta Bologna, in rappresentanza del sindaco di Asti Maurizio Rasero.
Infine, Claudio Lucia, presidente dell’Ordine dei Medici di Asti, ha ricordato che “investire in sanità significa investire nell’economia e nel futuro. Gli infermieri e i medici sono il cuore del Servizio Sanitario Nazionale”.
Vent’anni dopo, il corso di laurea in Infermieristica ad Asti si conferma un esempio di integrazione tra formazione accademica, sanità pubblica e comunità locale. Un modello che guarda al futuro con radici solide e uno sguardo sempre rivolto alla persona.
Foto di Maria Grazia Billi