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La Provincia vende Villa Badoglio
Attualità
Il caso

Asti, Villa Badoglio è stata liberata da ogni vincolo

Una sentenza del tribunale ha annullato la donazione del Maresciallo d’Italia e tutti i vincoli che fino ad oggi hanno impedito alla Provincia di venderla

Su Villa Badoglio non esiste più nessun tipo di vincolo a fini “sociali”, né per scopi benefici e neanche per ospitare un sanatorio per tubercolotici come fu indicato dal Maresciallo d’Italia Pietro Badoglio, il 31 luglio 1945, scrivendo l’atto di donazione dell’immobile alla Provincia di Asti. Tradotto in termini pratici, la Provincia è libera di farne l’uso che meglio crede e vendere l’immobile privo di qualsiasi restrizione sull’uso. Limitazione che fino ad oggi ne ha impedito l’alienazione, anche quando l’Ente provinciale, sotto commissariamento, aveva provato a “monetizzare” cercando di disfarsi della villa in più occasioni. Il valore della casa e del parco era stato stimato 3.290.000 euro.

A liberare la Provincia da lacci e lacciuoli è la sentenza del tribunale di Asti emessa al termine della vertenza intentata dalla Provincia, tramite l’avvocato Federico Garrone (attuale presidente del Consiglio comunale), ai vari eredi del Maresciallo Badoglio. La Provincia aveva preso contatto con loro, in particolare con Alessandro Badoglio, per trovare una soluzione che fosse ottimale per entrambe le parti. E così è stato, grazie all’intuito degli avvocati Aldo Mirate (scomparso questa estate) e dello stesso Garrone. La soluzione trovata dai legali prevedeva che la Provincia avrebbe dovuto chiedere l’annullamento dell’atto di donazione perché il vincolo, violando l’articolo 1379 del Codice Civile, avrebbe fin dal principio compromesso il diritto di proprietà. Annullata la donazione, come disposto dalla sentenza del giudice Bertolino, è scattata l’usucapione, che viene riconosciuta dopo 20 anni dalla disponibilità del bene.

L’avvocato Garrone ha dimostrato, carte alla mano, che la Provincia ha esercitato quale possessore “uti dominus”, e non quale mero detentore, il potere di fatto sul bene dall’accettazione della donazione, quest’ultima risalente al 1945, quindi da più di 20 anni. «Sono contento che si sia risolto un problema di così lunga data – commenta l’avvocato Garrone – e mi fa ancora più piacere perché Villa Badoglio è a San Marzanotto, il paese d’origine della mia famiglia. Ma questo successo nasce grazie alla lungimiranza dell’avvocato Mirate, anche lui originario del posto, che aveva preso a cuore la vicenda di Villa Badoglio».

Immaginarsi un iter legale per togliere il vincolo all’immobile fu ipotizzato durante la presidenza della Provincia di Marco Gabusi proprio grazie a un parere pro veritate firmato dagli avvocati Mirate e Garrone. Il documento venne consegnato a Gabusi dagli ex presidenti di circoscrizione di San Marzanotto, Agnese Argenta, Mariangela Cotto e Carlo Sabbione riuniti in gruppo per redigere il parere così da aiutare la Provincia a rimettere in moto l’iter di vendita. Poi furono presi i contatti con gli eredi di Badoglio, disponibili a non impedire questa nuova via per svincolare l’immobile. E così è avvenuto.

«Mi complimento con l’avvocato Garrone perché ha ottenuto un risultato storico che nessuno, nei precedenti 20 anni, aveva neanche immaginato – commenta il presidente della Provincia Maurizio Rasero – Da oggi l’Ente dispone di un immobile prestigioso non gravato da troppe restrizioni. Di certo faremo una nuova perizia sul suo valore perché il mercato immobiliare è cambiato, ma in ogni caso Villa Badoglio potrebbe diventare, ad esempio, una scuola professionale a una struttura ricettiva. Ne discuteremo in Consiglio provinciale».

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