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Quaglia, Miravalle e Malandrone
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Astiss: sul CDA le forze politiche vanno all’attacco

Dopo il “caso” Ragusa, le riflessioni amare di Miravalle, Quaglia e Malandrone

La nomina della consigliera comunale e provinciale Francesca Ragusa nel CDA dell’Università continua a far discutere. La storia è nota: Ragusa è entrata nel Consiglio come rappresentante della Provincia, ma ciò è avvenuto su decisione dei soci, non dell’Ente di piazza Alfieri. Soci quali la Fondazione Cassa Risparmio, socio di maggioranza con il 70,42% delle quote, Comune di Asti, Banca Cassa Risparmio di Asti e Camera di Commercio.

Il presidente della Provincia Paolo Lanfranco aveva indicato, quale rappresentante della Provincia, il professor Stefano Massaglia, docente all’Università di Torino e professore aggregato in Economia agraria. Ma gli altri hanno deciso per una nomina politica e Lanfranco l’ha saputo solo dai giornali. Ne è scoppiata l’ennesima querelle locale.

Le critiche dal Partito Democratico

«L’Università – commenta Michele Miravalle della Segreteria regionale del PD – diventa luogo dove sistemare i “potentati” locali e infarcire il Consiglio di Amministrazione di “accumulatori seriali di poltrone”, sulla base della sola “fedeltà”. Risultato? L’Università astigiana rimane in mezzo al guado, vaso di coccio tra gli altri atenei piemontesi (Torino e Piemonte Orientale), che potrebbero fare scelte drastiche sulla sede astigiana senza troppo preavviso […] Siamo certi che un CDA i cui componenti rivestono già molte altre cariche e poco conoscono le realtà accademiche italiane e internazionali siano all’altezza della sfida? Astiss avrebbe dovuto pretendere dai suoi “soci” l’individuazione di profili alti e non dei “fedelissimi”, perché il pluralismo e il merito sono le uniche strade per dare un futuro (oggi incerto) ad Astiss».

«Diversificare l’Assemblea dal CDA»

Non meno tenera è la consigliera comunale Angela Quaglia (CambiAMO Asti), tra le voci più critiche dell’opposizione. «Trovo davvero imbarazzante che intorno all’Università si sia scatenata una tale guerra per la “sistemazione” di potenti locali, come ha ben detto Michele Miravalle […] Per Astiss ci sono due organismi in funzione: l’assemblea dei Soci, di cui fanno parte la Fondazione CRAsti, il Comune, la Banca di Asti e la Camera di Commercio, è l’organismo che detta gli indirizzi, le strategie, le linee guida per lo sviluppo degli studi universitari. Di questo organismo fanno parte il presidente della Fondazione CRAsti, il sindaco, il presidente della CRAsti e il presidente della Camera di Commercio. Non c’è la Provincia che, non avendo quote, non finanzia la spesa universitaria. L’altro organismo è il CDA, formato da sette membri. Troviamo di nuovo Sacco per la Fondazione CRAsti, insieme a Molinaris e Bologna, il sindaco, il Presidente della Banca e il Presidente della Camera di Commercio. Quali sono i compiti del Consiglio di Amministrazione? Quelli di amministrare: predisporre i bilanci, valutarne l’efficacia, elaborare proposte migliorative. Di questo organismo fa parte anche la Provincia come Ente sostenitore. Credo che sarebbe più funzionale e più rispondente alle esigenze operative dell’Università stabilire che nell’Assemblea dei Soci entrino a pieno titolo gli Enti che finanziano, unendo anche la Provincia come Ente sostenitore, mentre nel CDA potrebbero essere nominate personalità della cultura, dell’Università, della società civile e imprenditoriale e non rappresentanti politici “fotocopia” dall’Assemblea dei Soci. Una piccola rivoluzione che farebbe chiarezza sulle competenze ed eviterebbe la duplicazione degli incarichi, specialmente in questo ambito».

«Davvero ad Asti non ci sono altre persone?»

Nella querelle entra anche il consigliere comunale Mario Malandrone (Ambiente Asti).
«L’intervento del Presidente della Provincia è sacrosanto, – commenta – ha semplicemente detto no a una consuetudine, quella della distribuzione di incarichi a chi in fondo non mette in discussione una cosa che è chiara a tutti: la concentrazione di incarichi nelle mani di pochi. Il Presidente della Provincia ha con le sue azioni posto una domanda di fondo, promuovendo una candidatura e nomina competente e rispondendo all’invito di proporre un nominativo. In un Paese in cui predichiamo fin dalle elementari l’acquisizioni di competenze, ci si aspetta che i vertici delle istituzioni, delle fondazioni, delle università, delle realtà associative siano scelti in base alle competenze. Anche su questo termine c’è però confusione, perché alcuni politici ritengono che “competenza” non sia istruzione, attività nei settori interessati dalle nomine, ma bensì esperienze nei ruoli apicali (fondazioni, consigli, presidenze). Ovvio che questo meccanismo alimenta sempre più nomine agli stessi soggetti».

«Capita allora – continua Malandrone – che tale interpretazione, molto astigiana, faccia sì che si possa essere apicali nel turismo, nei musei, nell’istruzione, nella banca, nei consorzi, nelle associazioni di categoria, nel decidere quali fondi attrarre sul territorio, nel decidere la visione di sviluppo, nel settore sanitario, nel settore edile».

Da qui una considerazione e un invito lanciato proprio dal consigliere di Ambiente Asti: «Occorrerebbe una mappa, che permetta a tutti una discussione seria sulla concentrazione di incarichi. Davvero ad Asti non vi sono persone che in modo competente possono ricoprire certi ruoli? Quando si palesa un soggetto competente, semplicemente per un posto nel Consiglio di amministrazione di Astiss, si erge uno scudo e si preferisce una nomina politica allineata. Questa concentrazione di incarichi, questo essere ovunque, pone una domanda sulla sostenibilità di tale modello. Si rischia intanto di non poter promuovere a protagonisti le migliori intelligenze del territorio, si rischia di ancorare a pochi soggetti lo sviluppo territoriale, si rischia che il vaso trabocchi espellendo all’esterno competenze, risorse, visioni nuove capaci di rilanciare Asti e il suo territorio e mettendo a serio rischio la partecipazione».

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