Avviati i centri estivi
E’ cominciata, anche se gradualmente e con modalità nettamente diverse dal passato, l’attività estiva negli oratori della Diocesi di Asti.
Nonostante la complessità della situazione a causa dell’emergenza sanitaria, con le molteplici regole da seguire per evitare contagi da Coronavirus, diversi parroci hanno infatti organizzato, ognuno in base alle strutture e agli educatori a disposizione, i centri estivi. In modo, così, da fornire un aiuto e un supporto alle famiglie, che da fine febbraio non hanno più potuto contare sulla scuola né sulle attività pomeridiane che di solito fanno parte della vita quotidiana di un bambino o un ragazzo.
Le parrocchie organizzatrici e le nuove regole
Lunedì 15 giugno, ad esempio, è partita l’attività nelle parrocchie di San Secondo/Santa Maria Nuova/San Silvestro (fino al 10 luglio); San Pietro (fino al 24 luglio); Unità parrocchiale di Isola d’Asti con collaborazione con la scuola dell’infanzia cardinal Sodano (fino al 31 luglio); parrocchia Sacro Cuore in collaborazione con la SCA Asti Summer Camp (fino al 14 agosto). Cattedrale e Santa Caterina hanno invece cominciato ieri (lunedì) per concludere il 17 luglio. Seguiranno San Giovanni Bosco (fino al 31 luglio e poi ancora una settimana a fine agosto) e Portacomaro Stazione/Caniglie/Castiglione/Migliandolo (31 luglio).
Da lunedì 6 luglio si aggiungeranno le parrocchie di San Paolo e San Martino (fino al 31 luglio), Nostra Signora di Lourdes (fino al 17 luglio) e, infine, le parrocchie di San Martino Alfieri (dal 13 al 24 luglio) e Nostra Donna di Loreto a Costigliole (dal 13 al 31 luglio).
Spesso è stato ridotto il numero degli iscritti e, in ogni caso, i bambini vengono divisi in piccoli gruppi che hanno i loro spazi a disposizione, diversi da quelli frequentati dagli altri gruppi, con cui non entrano mai in contatto se non in rare occasioni. Per questo motivo, laddove le parrocchie hanno ricevuto numerose iscrizioni, i sacerdoti responsabili hanno deciso di concedere un numero massimo di settimane di frequenza a bambino, in modo da consentire al maggior numero di famiglie di usufruire del servizio.
L’oratorio estivo a San Pietro
Come successo nella parrocchia di San Pietro. «Eravamo consapevoli – spiega il vice parroco, don Mauro Canta – che i ragazzi avevano bisogno di occasioni di incontro, dopo mesi costretti a casa dalla pandemia. Così, a maggio, ci siamo riuniti con gli educatori maggiorenni che si sono resi disponibili e, non appena sono uscite le linee guida della Regione Piemonte sui centri estivi, abbiamo definito il progetto. In passato organizzavamo tre settimane di centro estivo cui partecipavano 120 ragazzi circa. Quest’anno, non potendo accogliere numeri così elevati, abbiamo organizzato sei settimane consecutive di attività con un tetto massimo di 40 posti e il vincolo per ciascun iscritto di frequentare al massimo 2 settimane consecutive».
I ragazzi sono suddivisi in 5 gruppi da 8, seguiti da un animatore maggiorenne di riferimento e due adolescenti di supporto (per un totale di 24 educatori che si alternano durante tutto il periodo). «Insomma – continua don Canta – abbiamo dato vita ad una organizzazione che la Cei (Conferenza episcopale italiana) definisce “oratorio arcipelago”, dove i gruppi sono “isole di uno stesso arcipelago”».
Ogni giorno, dalle 8.30 alle 13, tre gruppi rimangono in oratorio (per attività di vario tipo, dalla catechesi allo sport, dai giochi alle attività formative) e gli altri escono per raggiungere vari luoghi della città e dei dintorni, dalle fattorie didattiche Coldiretti al vicino circolo Way Assauto. «Il tutto seguendo scrupolosamente le norme anti contagio – conclude il sacerdote – come il triage all’ingresso».
L’oratorio estivo di quest’anno, come si nota, è quindi nettamente differente dal passato.
A confermarlo Beatrice Bocci, 20 anni, studentessa universitaria di Matematica all’Università di Torino ed educatrice in parrocchia da sette anni.
«Quest’anno è molto diverso – ha ammesso – in quanto dobbiamo seguire pochi bambini divisi per fascia d’età. Un’organizzazione che ricalca quella tipica dei campi estivi. Ho notato, inoltre, che i bambini hanno manifestato subito tanta voglia di raccontare e di parlare (atteggiamento poco diffuso all’inizio della giornata o, comunque, i primi giorni di attività) oltre che di muoversi e di giocare».