Non è una Giornata nota come altre, ma il 24 gennaio è importante per chi pratica l’attività forense. In tutto il mondo, infatti, è dedicata agli Avvocati in pericolo, e quest’anno è stata celebrata anche dal Foro di Asti in collaborazione con la Camera Penale Vittorio Chiusano. Un’aula del Tribunale ha ospitato un momento di riflessione aperto dalla presidente dell’Ordine, Giorgia Montanara che ha ricordato come, anche se quest’anno tutto il mondo ha scelto di celebrare gli avvocati che in Iran sono stati o sono in pericolo per aver difeso diritti umani e pari opportunità, quella forense è una professione che presenta pericoli in tutto il mondo.
Illuminante la breve lezione sull’ordinamento giudiziario in Iran in cui esistono tre categorie di avvocati: quelli iscritti all’Ordine le cui liste sono composte da “fidati” scelti dai magistrati che sono sottomessi al potere politico; quelli in cui l’abilitazione è rilasciata direttamente dai magistrati e quelli indipendenti, che ogni giorno pagano con la vita, con le torture e con le lunghe carcerazioni la loro sete di giustizia.
L’intervento dell’avvocato Guido Cardello, in rappresentanza della Camera Penale astigiana nel corso del quale ha ricordato che anche in Italia vi furono avvocati vittime della loro intransigenza, come Fulvio Croce e Giorgio Ambrosoli, ha anticipato la visione di un toccante ed efficace video realizzato dall’avvocato Barbara Odarda proprio sul significato della Giornata Internazionale dell’Avvocato in pericolo.
E anche il relativamente piccolo Ordine di Asti (che da una decina di anni ha accolto anche i colleghi di Alba dopo l’accorpamento del Tribunale) può dire la sua su questo tema, avendo fra i suoi iscritti e le sue iscritte l’avvocato Ivana Roagna destinataria di incarichi dall’Onu, dall’Unione Europea e dal Consiglio d’Europa con missioni in tutto il mondo proprio sul tema dell’applicazione delle norme sui diritti umani. «Ho lavorato in Iran, in Afghanistan, in Turchia, in Russia – ha detto – e più volte mi è capitato di incontrare colleghi e colleghe che pagano con la vita l’onore che rendono a questa professione. E tante volte mi è capitato di perdere improvvisamente ogni contatto con colleghi avvocati di Stati in cui i diritti umani sono fortemente contrastati. Semplicemente, da un momento all’altro, spariscono e non se ne sa più nulla».