La conferenza stampa di presentazione del Bagna Cauda Day 2025 ha riunito una comunità che si riconosce e si organizza: applausi, ringraziamenti e qualche battuta ma soprattutto un filo rosso che torna in tutti gli interventi: la festa non è solo cibo, è rete, memoria e impegno verso la nostra tradizione.
A fare gli onori di casa alla conferenza stampa di presentazione è stato Giacomo Pondini, direttore del Consorzio Moscato d’Asti e Asti DOCG, che ha salutato le autorità e gli organizzatori ricordando come l’evento sia ormai «un momento storico e di riferimento per la comunità astigiana e non solo». Pondini ha sottolineato il respiro globale della manifestazione — «tocchiamo ormai tutti e cinque i continenti» — e ha rilanciato l’idea che Asti e la bagna cauda, insieme, siano patrimonio da tutelare lavorando insieme.
È stato poi il giornalista Sergio Miravalle, anima organizzativa e coordinatore di Astigiani, a tratteggiare l’ossatura pratica e creativa della tredicesima edizione. Miravalle ha ricordato che l’Associazione Astigiani giunge al suo 13° Bagna Cauda Day, nato nel 2013 per sostenere la rivista Astigiani, dopo che uscì il primo numero nel settembre 2012. Non una semplice sagra — ha voluto rimarcare — ma «un sistema di rete» che ogni anno richiede fantasia per rinnovarsi. E i numeri confermano l’energia: 161 adesioni tra ristoranti, Pro Loco ed eventi speciali e una capacità ricettiva complessiva che supera le 30.000 presenze, con prenotazioni che stanno già riempiendo i posti.
Tra le novità illustrate da Miravalle spiccano l’Aglio Sbaglio, coltivato nel carcere di Asti in collaborazione con le associazioni La Strada di Asti e Duipuvrun di Costigliole d’Asti— progetto di inclusione e reinserimento che punta a mettere le trecce d’aglio nei ristoranti aderenti. Poi la Bagna Bacialè, opzione dedicata ai single con tavoli pensati per favorire gli incontri con ironia e leggerezza: il richiamo al “Bacialè” come sensale non manca). Presentata anche la Tovaglietta in carta alimentare in regalo durante la cena che raccoglie i 12 bavaglioli storici e il nuovo Bavagliolo 2025 firmato da Raffaele Iacchetti, con lo slogan “Usiamo la testa”: un gioco che invita tanto al buon senso quanto letteralmente all’uso della testa d’aglio. Miravalle ha mostrato poi la mappa delle adesioni: il Bagna Cauda Day non è più solo un fatto astigiano, ma ha un baricentro qui che si allarga, Sud e Nord Astigiano, arrivando però fino a Stati Uniti, Londra e Shanghai. La sensazione che l’ha colpito è quella di un’alleanza fra locali che non si vedono come concorrenti, ma come partecipanti di una “sorta di giostra” capace di girare insieme.
Sono stati annunciati in anteprima i cinque Premiati del Testa D’Aj: Paolo Pejrone architetto e paesaggista, anche per il suo contributo al ritorno dell’Ulivo in Piemonte e per la sua valutazione del progetto del Bosco degli Astigiani; Gianmarco Griffi scrittore e collaboratore di Astigiani che scrive bellissimi racconti inediti per la rivista; Matteo Piano olimpionico di pallavolo; Raffaella Bologna enologa dell’Azienda Braida da sempre alleata dell’evento (come già lo furono Piero Bava e Mariuccia Borio) e infine Raffaele Iacchetti, artista di Soglio e autore del bavagliolo “Usiamo la testa 2025”.
Il presidente dell’Associazione Astigiani Piercarlo Grimaldi ha definito il tredicesimo appuntamento un “numero magico”, rimarcando il valore antropologico dell’operazione: una rete e un prodotto replicabile che diventa modello.
Dall’Amministrazione il saluto del sindaco di Asti e della Provincia Maurizio Rasero, che ha raccolto l’idea di un evento capace di avvicinare il mondo alle case delle persone, invertendo il flusso del consumo culturale. «La bagna cauda — ha osservato — è filosofia del tempo condiviso: richiede tempo, amici e condivisione», un pensiero che torna come una certezza nelle varie testimonianze.
L’internazionalità ha avuto la sua voce in sala con l’avvocato Adriano Zublena, presidente dell’Associazione Piemontesi nel Mondo a Shanghai: il gemellaggio con la metropoli cinese è vivo dal 2019 e la formula funziona, tanto che le prenotazioni arrivano con largo anticipo e il bavagliolo resta in italiano per non perdere il senso originale.
Un ruolo simbolico e pratico lo ricopre la Carovana della Bagna Cauda, guidata dal Club Auto Moto d’Epoca astigiano Camea: Fabio Gaiotto ha raccontato con orgoglio come le auto d’epoca vadano a recuperare simbolicamente olio, acciughe e aglio nella Liguria dell’alto entroterra, per poi aggiungere a Nizza Monferrato i cardi e la Barbera d’Asti. La partenza è prevista da Asti con calma mattutina e l’arrivo in città culminerà con l’accensione del fujot in Piazza Libertà — momento pensato come rito collettivo della giornata.
A sottolineare la vocazione sociale dell’evento è stato anche Beppe Amico, direttore della Caritas, che ha illustrato l’iniziativa Bagna Pax: volontariato in cucina, service solidale e un messaggio di pace che quest’anno vedrà la presenza di famiglie ucraine ospiti e un’amica di origini russe per un gesto atteso per un significato universale. Durante la cena verranno mostrati anche brevi video di giovani che hanno avuto un’esperienza missionaria in Kenya (i quali saranno anche tra i camerieri). L’iniziativa, già sold out, riceve il dono delle verdure dalla CIA e da Asti Agricoltura, un segnale importante di comunità.
Tra gli interventi, il rappresentante del Progetto Sara ha ricordato la prima partecipazione ufficiale al Bagna Cauda Day della causa che dal Madagascar torna nell’Astigiano: una scuola che da 17 anni accoglie 500 bambini ogni anno, fondata in memoria di una giovane scomparsa prematuramente che voleva fare qualcosa di concreto.
Mariagrazia Baravalle direttrice di Asti Agricoltura ha poi presentato Bagna alla Lavagna, progetto didattico rivolto alle scuole per spiegare ai più giovani il valore del cibo e del lavoro agricolo, ripescando la cucina dei nonni come patrimonio da trasmettere.
Non sono mancate testimonianze dal mondo della ristorazione: Livio Negro Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Asti e proprietario del Ristorante Le Cattedrali ha raccontato con tenerezza la lezione della mamma Teresa Giaccone, 91 anni, che ha insegnato al suo Chef romano la ricetta «come Teresa comanda», mentre Sergio, titolare della pizzeria neo-aderente “Da Sergio”, ha sottolineato il valore della trasmissione di ricette autentiche anche attraverso storie di scambio, come la sua chef di origini marocchine che ha imparato la bagna cauda dalla madre di Sergio.
A chiudere il quadro ci sono i numeri concreti della solidarietà: l’Associazione Astigiani ha devoluto, dal 2017, €131.800 a progetti sociali; tra gli interventi recenti menzionati figurano contributi come quello devoluto verso la Caritas di asti del valore di €25.000 e la sottoscrizione per una borsa di studio annuale valutata €15.000 per uno studente africano all’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo.