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Bandiera ammainata: arrivederci alpini
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Bandiera ammainata: arrivederci alpini

All’appello del cerimoniere mancava però il sindaco di Asti, Fabrizio Brignolo che si è fatto attendere perché ancora in corteo con la sezione di Asti

Ammainabandiera e passaggio della stecca hanno chiuso, poco dopo le 21, la grande adunata degli alpini astigiana.
Con un piccolo giallo. Già, perché verso le 20,20 sono giunti in piazza San Secondo i labari e gonfaloni, il picchetto d’onore, la fanfara, il comandante delle truppe alpine generale Bonato, le massime autorità cittadine, il sindaco di Treviso e quelli dei Comuni che il prossimo anno ospiteranno l’Adunata del Piave oltre alle 144 bandiere che rappresentano gli anni di fondazione del Corpo degli Alpini.

All’appello del cerimoniere mancava però il sindaco di Asti, Fabrizio Brignolo. Un rapido giro di telefonate per scoprire che stava sfilando con la sezione di Asti fino alla fine del percorso, in corso Alessandria.

Così l’ammainabandiera è stato eseguito in sua assenza e poi è seguita una mezz’ora di attesa. Il vicesindaco Arri aveva già indossato la fascia per sostituirlo quando Brignolo è arrivato e si è scusato spiegando la ragione del ritardo.
E si è fatto perdonare dagli alpini sulla piazza ringraziandoli perché “Avete regalato ad Asti e alla sua provincia un giorno che porteremo nel cuore per sempre. E grazie anche agli astigiani che hanno dimostrato di saper accogliere un evento grande come questo”. Per Adriano Blengio, presidente Ana di Asti, quello di questi ultimi tre giorni è stato “un sogno che si è avverato e che abbiamo vissuto da veri alpini, come esempio per i tanti giovani che hanno fatto festa e hanno sbandierato il tricolore”.

Poi il passaggio della stecca fra lui e il presidente dell’Ana di Treviso, anticipato dal saluto del sindaco di Treviso, Giovanni Manildo che ha ringraziato Asti per questi giorni di adunata in cui ha vissuto in un clima da “eroi normali”.

d.p.

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