Un’ora di pedalata assistita lungo un tragitto circolare, ma non solo, viaggiando per 12,6 chilometri al fine di testare la funzionalità del “bike sharing” cittadino.
A distanza di tre mesi dall’avvio del nuovo servizio di mobilità sostenibile gestito dall’azienda Vaimoo di Bari, che si è aggiudicata l’appalto per conto dell’Asp dopo un finanziamento regionale di 325.000 euro sul triennio 2022-2024, abbiamo deciso di metterci nei panni degli utenti ai quali sono destinate le bici a pedalata assistita. Un test per capire i pro e i contro.
I costi per il noleggio
Per accedere al servizio Vaimoo, che può essere sfruttato adoperando uno smartphone e l’apposita applicazione tramite pagamento digitale (ad esempio carta di credito) ci sono due costi da sostenere: un BikePass e l’effettiva tariffa di utilizzo che viene calcolata a fasce di 30 minuti. Si possono scegliere BikePass giornalieri per 24 ore (2 euro), settimanali (10 euro), mensili (20 euro) e annuali (50 euro). Poi, la tariffa di noleggio è uguale per tutti, 1 euro ogni fascia di mezz’ora nella quale si adopera la bici. Per noi, che abbiamo scelto il pass giornaliero e usato l’ebike per un’ora, il costo totale è stato di 4 euro. Però, per chi è in possesso di un titolo di viaggio per il trasporto pubblico dell’Asp sono previsti sconti molto forti, fino al 95% del costo ordinario. Questo perché la filosofia del servizio è soprattutto di agevolare l’interscambio bus-bici nell’ambito della mobilità urbana. Purtroppo non sono previsti sconti per chi, invece, possiede titoli di parcheggio sugli stalli blu nonostante potrebbe trovare utile muoversi in bici dopo aver lasciato l’auto parcheggiata nella Ztm.
Il percorso
Il nostro test inizia alle 8.09 dalla stazione di scambio di via Gerbi, davanti alla piscina comunale. L’applicazione Vaimoo, già installata sullo smartphone e collegata a una carta di credito, è semplice e intuitiva da usare. Basta inquadrare il qrCode della bici prescelta e le quattro luci sul quadro di controllo, cambiando colore, ci indicano lo sblocco del mezzo e che la tariffazione è iniziata. La bici, con un cambio a 5 marce e la possibilità di regolare il sellino, ha un peso non trascurabile per garantire stabilità e sicurezza. Per questo è necessario prenderci la mano, magari iniziando a pedalare in una strada non troppo trafficata così da testare ripresa, velocità e cambio. Dalla piscina ci dirigiamo in corso Don Minzoni per poi sfruttare la pista ciclabile di corso Gramsci in direzione della stazione. Dopo i primi minuti di pedalata capiamo che la velocità è proporzionale alla forza inferta sul pedale e che le marce ci vengono in aiuto dove la strada si fa più ostica, ad esempio nelle salite o per le vie più centrali sul porfido.
Passando da via Cavour fino a piazza Statuto il percorso è agevole; attraversiamo piazza Alfieri per raggiungere corso Alfieri in direzione di piazza I Maggio. In teoria, non potendo sfruttare la corsia ciclabile perché va in direzione opposta (nonostante pare che nessuno badi alle indicazioni della segnaletica) viaggiamo rasentando le auto in sosta e qui la situazione si fa un po’ più rischiosa per via delle macchine che passano sul fianco sinistro a pochi centimetri dal nostro veicolo. Insomma, se la città avesse più corsie e piste ciclabili non promiscue, l’uso di queste e-bike sarebbe più pratico e sicuro.
Spesso sentiamo dire che Asti non è adatta alle bici perché, oltre a un traffico caotico, ci sono troppe salite con pendenze impegnative per chi usa la bici da amatore. Con la nostra e-bike Vaimoo e la giusta marcia non facciamo nessuna fatica a salire lungo via Bocca e ne sentiamo molto poca proseguendo su strada al Fortino a dimostrazione che le bici a pedalata assistita eliminano quasi del tutto il problema delle salite.
Attenzione alle piste ciclabili
Proseguiamo il giro lungo via Marello, via Rosa e corso Pertini dove imbocchiamo la pista ciclabile intorno all’ospedale. La bici continua a essere performante, ma il terreno un po’ meno. Rami, erbacce e dissesti sull’asfalto rendono il passaggio un po’ più avventuroso del previsto considerata la presenza anche di pedoni e atleti. Quello che manca, oltre alla manutenzione ordinaria, è una valida cartellonistica stradale che sugli incroci indichi il passaggio di biciclette. Per quanto riguarda il decoro non va meglio nel percorso ciclabile dietro la scuola Rio Crosio, nel quartiere Torretta (dove l’asfalto è in buone condizioni, ma i rifiuti abbandonati non si contano) e soprattutto nella strada tra piazzale Bixio e corso Ivrea dove il palo della ciclabile è stato abbattuto e lasciato per terra, l’incuria dell’area verde è piuttosto evidente e dove troviamo un abitante che chiede al Comune di prestare più attenzione: «Manca il decoro, – racconta l’uomo – qui qualche stupido deve aver sradicato il cartello, ma possibile che nessuno intervenga per rimetterlo a posto? Poi è anche vero che i cittadini sono in parte responsabili, ma Rasero, che punta in alto, dovrebbe partire dalle basi a cominciare dal decoro».
Proseguiamo su corso Ivrea, via Frecce Tricolori, Strada Ragazzi del ‘99, corso Torino, via Atleti Azzurri Astigiani (nei pressi del parco del Borbore) e tutto procede senza intoppi. Ma, entrando nella pista ciclabile in terra battuta dietro il campo di atletica di via Gerbi la situazione è di nuovo precaria per quanto riguarda decoro ed erbacce. Analogo problema che si ripresenta lungo la ciclabile a ridosso della Saclà, tra viale Don Bianco e piazza Amendola. Peccato perché si tratta di due zone verdi che hanno un enorme potenziale.
Il servizio di bike sharing risulta anche molto pratico per una visita al cimitero dove le bici sono autorizzate a entrare. Così facciamo anche noi, confermando che adoperare la bici per muoversi nel cimitero è un sistema valido, veloce e adatto a tutti.
Continuiamo il test verso il centro storico passando da viale Santuario, via Sant’Anna, piazza Santa Caterina, corso Alfieri, via Carducci per giungere alla stazione di scambio di piazza Roma, alle 9.08, dove termina il nostro viaggio.
Pro e contro del servizio di bike sharing
A fine corsa possiamo valutare i pro e i contro del bike sharing. Tra i pro la facilità di utilizzo del mezzo, una volta presa confidenza, in quasi tutte le zone cittadine, la possibilità di usare un cestino frontale (utile per chi deve effettuare piccole commissioni) e di poter affrontare anche salite molto impegnative senza faticare, o quasi. Insomma, un mezzo adatto alla maggior parte del persone, ma specifico per tragitti brevi, pochi chilometri o per raggiungere luoghi strategici come la stazione, il Movicentro, l’ospedale, etc..
I contro sono dati dal costi, probabilmente non così appetibili per molti astigiani, specie in un momento di lancio del servizio in una città già recalcitrante all’uso della bici, la mancanza di tariffe agevolate per lo scambio auto/bici e l’assenza di stazioni di scambio in alcuni quartieri periferici molto popolosi. Comunque una prova è consigliata, almeno per farsi un’idea delle potenzialità e dei limiti del servizio.
Una risposta
La ciclabile intorno all’ospedale sono almeno 6 anni che dico i al sindaco o a Morra che fà schifo che è da riparare, infatti si vede nel video come in certi tratti la bici saltella, Per non parlare della ciclabile lungo il bobore che ogni tanto magari una tagliata l’erba andrebbe fatta