Le tariffe del “bike sharing” ad Asti «non appaiono competitive rispetto all’uso dell’auto privata. I servizi costano un 100% in più di quelle in cui il gestore (Vaimoo ndr) è presente». Il consigliere comunale di Ambiente Asti, Mario Malandrone, interviene sul servizio di bike sharing cittadino con un’interpellanza, firmata anche dai colleghi Miroglio, Briccarello e Bosia, nella quale pone diverse domande all’amministrazione sui termini di utilizzo, agevolazioni, assenza di stazioni di scambio in alcuni quartieri periferici e, soprattutto, sui costi.
Malandrone prende come esempio Bari, città dove Vaimoo, come ad Asti, gestisce il servizio attraverso BikePass e le tariffe a consumo. Ma, se ad Asti l’abbonamento BikePass annuale costa 50 euro, a Bari ne costa 24,50; quello mensile 8,80 (ad Asti 20 euro); il settimanale 4,80 (ad Asti 10 euro); il pass giornaliero da 24 ore a Bari costa 1,80 (ad Asti 2 euro). Anche i piani tariffari sono molto differenti perché ad Asti ogni fascia di mezz’ora costa 1 euro, ma a Bari la prima mezz’ora costa 0,50 centesimi, la seconda e la terza fanno spendere 0,45 centesimi, la quarta e la quinta 0,90, la sesta mezz’ora 1,40 mentre le successive costano tutte 2,80 euro. Analoghe tariffe che sono in vigore nel Comune di Molfetta e in quello di Giovinazzo (BA).
L’opposizione, pur riconoscendo la presenza di tariffe agevolate per chi è in possesso di abbonamenti dell’Asp, fa presente che «simulando l’utilizzo casa-lavoro oppure per commissioni o spesa, una persona potrebbe spendere, se non in possesso di abbonamenti del trasporto pubblico, dai 3 ai 5 euro o più al giorno. Cifra non certo competitiva con l’utilizzo dell’auto».
Il consiglieri chiedono quindi all’amministrazione quali siano stati i costi sostenuti per l’implementazione e la gestione del servizio di bike sharing, ma anche quali siano i criteri adottati per determinare le tariffe e le tipologie di abbonamento del servizio e se sia prevista una revisione delle tariffe per renderle più competitive rispetto ad altre città.