Consumo +8% in Italia. In calo le importazioni
Gli spumanti made in Italy protagonisti sulle tavole natalizie. Lo rivela un’indagine dell’Unione Italiana Vini che ha scandagliato gli acquisti degli italiani in vista di cenone, pranzo del 25 dicembre sino a San Silvestro. Nell’ultima settimana dell’anno verranno stappate 78 milioni di bottiglie, il 6% in più rispetto a un anno fa. Le bollicine tricolori fanno il pieno, con 74,7 milioni di pezzi (+8%), mentre è in calo l’importazione con 3,3 milioni di etichette, il 25% in meno rispetto a dodici mesi fa.
«I dati sui consumi interni ci dimostrano che i nostri prodotti hanno sempre più appeal, tradotto in scelte d’acquisto più orientate sul made in Italy piuttosto che sugli spumanti esteri» commenta Paolo Castelletti, segretario generale di Unione Italiana Vini. Spulciando tra i numeri, ognuno dei 29 milioni di bevitori abituali farà saltare tre tappi a testa.
«Una fiducia che fa bene economicamente all’Italia – prosegue Castelletti – ma che rappresenta anche una crescita culturale molto positiva per guardare con ottimismo al futuro del comparto».
Estero, spumanti italiani in aumento del 9%
Treno dello spumante tricolore che viaggia a pieno ritmo anche all’estero. Con un balzo del 9% nelle esportazioni i brindisi di Natale e Capodanno nel mondo saranno all’insegna del vino italiano. E’ quanto emerge da uno studio di Coldiretti secondo il quale, a fine anno, le bottiglie vendute supereranno i 560 milioni di pezzi, facendo segnare un record storico (base andamento delle spedizioni registrato dall’Istat nei primi nove mesi).
«Se in Italia lo spumante si classifica tra gli acquisti irrinunciabili nello shopping delle feste, all’estero – sottolinea Coldiretti – non sono mai state richieste così tante bollicine italiane che in quantità dominano nettamente nei brindisi globali davanti allo champagne francese, che però riesce ancora a spuntare prezzi superiori».
Metodo classico e charmant al top
Tra le denominazioni che fanno segnare il boom di acquisti troviamo, nel metodo classico, Trento, Oltrepò Pavese, Alta Langa e Franciacorta con una crescita dell’8%. Svetta il Prosecco, +7% nel metodo charmant, e l’Asti (85 milioni cumulati con Moscato Docg “tappo raso”). Crescono anche le produzioni cosiddette “minori” di Abruzzo, Sicilia, Toscana e Centro Italia.
Nei mercati d’oltre cortina a far segnare l’aumento più consistente, spiega Coldiretti, è il Regno Unito. I sudditi di Sua Maestà non sembrano essere stati scoraggiati dalla Brexit e, nel 2019, sono il primo mercato di bottiglie esportate con un incremento del 7% nelle vendite. Seguono gli Stati Uniti con un balzo dell’11%, anche sotto incubo dazi. La Germania è più defilata che, pur rimanendo il terzo mercato per consumo, scende di 8 punti.
Regno Unito primo consumatore. Poi Usa e Germania. Salgono Giappone e Francia
Lo spumante italiano continua a piacere in Francia, che aumenta le importazioni del 30%, e in Giappone, con un balzo del 37 per cento. Anche la Russia mostra di gradire le bottiglie italiane visto l’incremento del 17% nonostante le tensioni causate dal perdurare dell’embargo.