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Booster antiCovid, campagna “poco sentita” e quei dubbi sull’accesso diretto

Un nostro giornalista racconta la sua esperienza all’ospedale di Asti per effettuare il richiamo della vaccinazione

L’appuntamento per il richiamo (booster) antiCovid è all’ospedale Massaia, piano -1, alle 10.26, ma arrivo in anticipo sperando, nel caso fosse possibile, di passare prima qualora altri prenotati non dovessero presentarsi. È trascorsa poco più di una settimana da quando, seguendo le indicazioni della Regione, mi sono registrato sul sito Il Piemonte ti vaccina (https://www.ilpiemontetivaccina.it) per fare la richiesta del booster, che vale un anno esattamente come la vaccinazione antinfluenzale. Pochi passaggi e la registrazione sul portale mi aveva informato che avrei ricevuto l’sms per la conferma del giorno e dell’ora della vaccinazione. Messaggio arrivato due volte, a distanza di pochi giorni. Appena giunto nella sala d’attesa delle vaccinazioni antiCovid trovo un’infermiera molto disponibile che gestisce la lista delle prenotazioni, accogliendo l’utenza e agevolando l’ordine di passaggio nel vicino ambulatorio. Sul muretto, da dove controlla che tutto funzioni bene, è attaccato un biglietto scritto a mano con il numero da chiamare per prenotare l’inoculazione.

Perché, come ci ricorda, non è previsto l’accesso diretto, ma è necessario prenotarsi al numero 0141-484090 dalle 8,30 alle 14, dal lunedì al venerdì. Non tutti però lo sanno e, come succede mentre attendo il mio turno, si presenta una coppia di over 65 che chiede la vaccinazione “a tempo zero”. «In un altro reparto ci hanno detto che mio marito può fare il richiamo presentandosi qua» racconta la signora all’infermiera che invece cerca di spiegarle la procedura ricevendo, però, una seccata risposta dall’interessata, non disponibile a tornare un altro giorno. L’infermiera, mantenendo la calma e con estrema professionalità, invita la donna ad aspettare rassicurandola che avrebbe comunque cercato una soluzione. Anche altri utenti le si avvicinano per chiedere dettagli sulla vaccinazione che oggi è aperta a tutti i cittadini, ma sempre con l’obbligo di prenotarsi. È venerdì mattina e in attesa vedo una decina di persone, la maggior parte anziane. Poche le eccezioni, a dimostrazione che la campagna vaccinale antiCovid non sta funzionando come dovrebbe.

I presenti, indossando la mascherina FFp2 (non obbligatoria, ma consigliata) raccontano di essere venuti «per proteggersi dalla malattia che continua a mordere, anche se fa meno paura». C’è chi ha più patologie, chi teme di contrarre il virus e portarlo ad altre persone fragili, c’è chi è stato indirizzato all’Asl su invito del medico di base e chi, invece, ha preso l’abitudine di vaccinarsi comunque «perché è giusto farlo». La vaccinazione è rapida, ma anche il più piccolo dettaglio potrebbe rallentare la catena. Sembra banale, ma uno dei “disagi” che saltano agli occhi è dato da chi si presenta con una camicia a maniche lunghe. Ci vuole più tempo per esporre il braccio e più tempo per rivestirsi, ecco perché si consiglia di indossare vestiti più pratici. Nell’ambulatorio dove avviene la vaccinazione trovo due operatori sanitari. Mi chiedono se ho già fatto la malattia, quindi uno di loro sottolinea l’importanza di una comunicazione corretta.

«È sbagliato parlare ancora di quarta o quinta dose, – mi spiega – ma si tratta di un booster, una vaccinazione annuale esattamente come quella che si fa per l’influenza». Passano due minuti e sono già fuori, dove nel frattempo il numero degli utenti non è aumentato. Dall’Asl ricordano che il vaccino è disponibile presso gli studi dei medici di famiglia e nelle farmacie che hanno aderito alla campagna. Prenotando, le vaccinazioni avvengono al Massaia lunedì, mercoledì e venerdì, dalle 9 alle 13,30; a Nizza negli ambulatori del presidio territoriale, il martedì dalle 9 alle 13,30. Maggiori informazioni sono disponibili anche sul sito https://asl.at.it/

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