Piero Fassi lalluvione di ventanni fa se la ricorda come se fosse accaduta ieri, anche perché il suo Gener Neuv si trovava a poche decine di metri dal fiume e fu travolto da tre metri
Piero Fassi lalluvione di ventanni fa se la ricorda come se fosse accaduta ieri, anche perché il suo Gener Neuv si trovava a poche decine di metri dal fiume e fu travolto da tre metri dacqua che distrussero tutto. La prima ad essere invasa dal Tanaro fu la cantina, nella quale lacqua scese come un torrente impetuoso, rovesciando tutti gli scaffali, facendo un solo mucchio delle centinaia di bottiglie di pregio che conteneva e rompendone circa il 10 per cento.
«Quando potemmo entrare in cortile e vedere in che condizioni era il ristorante ricorda Piero Fassi dissi a mia moglie che per un mese non avremmo potuto riaprire e lei mi guardò come un povero illuso. Quasi subito però arrivarono i volontari e la solidarietà, con tanta gente che ci aiutò a risollevarci in fretta ed esattamente un mese dopo, il 5 dicembre, riaprimmo il locale. Questa specie di miracolo fu possibile perché cerano quaranta persone che lavoravano per noi: ogni giorno, verso mezzogiorno, arrivavano i furgoni di Guido di Costigliole o del Cascinale, per portare la minestra ai volontari.
Ricordo soprattutto il lavoro e lentusiasmo dei giovani, che fu magnifico e mi commuove ancora oggi: di quei ragazzi qualcuno era così giovane e magro che forse il badile pesava più di lui, ma la volontà che li muoveva era inarrestabile. Ripulirono tutto dalla sporcizia, anche nei punti più difficili: in cantina, presero con delicatezza le bottiglie cadute dagli scaffali, le lavarono e pulirono una ad una. Lunico problema fu che, siccome la fanghiglia di Tanaro lascia un alone biancastro, a forza di pulirle e ripulirle le etichette si staccarono o si rovinarono quasi completamente, anche se il contenuto rimase perfettamente integro. Così, per anni le regalai ai clienti che venivano a festeggiare il loro compleanno, con una dedica personalizzata».
Renato Romagnoli