Uno spot televisivo per promuovere il Brachetto
E’ “la nostra mossa contro la crisi di un vino nobile che guarda al futuro”. Così Paolo Ricagno, presidente del Consorzio del Brachetto D’Acqui, da sintetizzato il concetto che sottende al nuovo spot sul vino rosso dolce presentato mercoledì ad Acqui Terme. Un video che sarà al centro di una campagna su tv e socialmedia nel periodo pre-natalizio, tradizionalmente il più redditizio in termini di vendite, sino alla Pasqua del 2020.
La determinazione della filiera
“Questo piano di comunicazione nasce dalla determinazione e dal sacrificio di tutta la filiera, dai vignaioli alle case vinicole – ha spiegato il presidente, mentre sullo schermo scorrevano le immagini – Un comparto unito, specialmente in questi tempi non facili, che dimostra, sposando i progetti del Consorzio, di credere ancora in un vino che può dare molto in termini di reddito, tutela del paesaggio e cultura vitivinicola”.
Le nuove versioni Secco e Rosè
Che il Brachetto d’Acqui, nelle versioni “tappo raso” e spumante, sia in affanno non è un mistero. Tanto che, per risollevare le sue sorti in un mercato sempre più globalizzato e Prosecco-dipendente, sono nate la versione secco e rosè, a riprova della versatilità di un prodotto di grande qualità. Location dello spot le vigne del Brachetto. L’idea creativa gioca con leggera ed elegante malizia sull’anima “sensuale” del vino, raccontando la sua storia in un cortometraggio originale e accattivante, arricchito da spunti ironici per lasciare il sorriso sulle labbra e il Brachetto nella mente.
Lo stile “Dolce Vita” e il fascino delle colline
Il risultato finale è un percorso visivo in grado di coniugare lo stile della “Dolce Vita” italiana con il frizzante della contemporaneità, presentando in maniera innovativa ed efficace un prodotto d’eccellenza promuovendo, nello stesso tempo, il fascino delle colline monferrine. “E’ un grande affresco che rappresenta non solo le uve e i vini che produciamo nella zona del Brachetto, ma anche, nel suo complesso, la nostra terra che è inimitabile per bellezza e produzioni di eccellenze rare” ha chiosato Ricagno. Vino che è stato al centro, poche settimane fa, di una degustazione che ne ha sancito, se ancora ce ne fosse stato il bisogno, essere tra le punte di diamante dell’enologia piemontese. Non solo.
Oro e bronzo per l’Acqui docg Rosè
L’ultimo nato, l’Acqui docg Rosè, ha conquistato un oro e un bronzo. Erano venti i campioni, rigorosamente anonimi, di spumanti rosati tra cui cinque Acqui docg Rosé, due Champagne, un Metodo Classico italiano e altri spumanti metodo Martinotti da Piemonte, Lombardia ed Emilia. La commissione degustatrice era di prim’ordine: rappresentanti di aziende sia consorziate sia non aderenti al Consorzio, enologi, enotecnici e direttori delle reti commerciali, esperti del settore. Parterre di qualità, che ha valutato attentamente ogni mescita. E il risultato è stato sorprendente. L’Acqui docg Rosè si è piazzato al terzo posto nel gradimento della giuria, superato solo da due spumanti italiani ottenuti con il metodo charmant.