Sindaco, la manifestazione è stata un grande successo di tutta la città. Era così che si aspettava questa 89° Adunata Nazionale degli Alpini?
Sindaco, la manifestazione è stata un grande successo di tutta la città. Era così che si aspettava questa 89° Adunata Nazionale degli Alpini?
Siamo andati oltre le aspettative sia come numeri sia come riuscita della manifestazione. La nostra città si è rivelata particolarmente adatta a ospitare la gente in festa: il centro storico compatto, animato dai negozi, ha fatto “sentire a casa” gli ospiti, molto più di quanto io non abbia visto nelle adunate precedenti, cui avevo partecipato per “imparare la lezione”.
Gli astigiani hanno risposto bene e collaborato in modo straordinario alla riuscita dell’evento. Secondo lei perché in altre occasioni, molto più locali, ad esempio AstiMusica o le notti bianche, non si vede questa collaborazione e ci sono molte voci fuori dal coro?
Anche in occasione delle nostre notti bianche sta migliorando la disponibilità dei commercianti a tenere aperto. La trasformazione dall’economia “fordista” a quella nuova basata sul turismo e sulla cultura richiede tempo. Tenere aperto la domenica e la sera per i negozianti ha dei costi, man mano che toccano con mano la convenienza di questa strategia si rendono più disponibili. Quello che deve scattare è un effetto volano: ad esempio abbiamo già abbastanza turisti per soffrire della mancanza di grandi alberghi, ma non è ancora così evidente la convenienza economica da convincere gli investitori a spendere per costruirli e gestirli. L’evento degli alpini, però, conferma che questa è la direzione.
L’Adunata è stato un test su strada, Asti ha dimostrato di poter accogliere eventi di portata nazionale e, per una volta, tutti concordano che sia la strada giusta per promuovere il turismo e la cultura locale. E adesso? Non ha paura che tutto possa tornare come prima?
Agli adolescenti serve molto sentirsi dire che sono bravi e che ce la possono fare: da forza! Noi sulla strada della nuova economia del turismo, del vino e della cultura siamo ancora “adolescenti” e i complimenti degli alpini ci hanno dato il coraggio che ci serve. Il nostro problema non è tanto aumentare il numero delle manifestazioni. Non è vero che ad Asti non succede mai niente, succede tantissimo: Palio, Douja, Sagre, AstiMusica sono eventi che già richiamano e possono richiamare ancora molta più gente da tutta Italia. Il nostro problema è farci conoscere: dovremmo spendere di più per la promozione fuori Asti, cosa non facile perché servirebbero più soldi. Però abbiamo capito che i grandi eventi, come il Raduno dei Bersaglieri o l’Adunata degli Alpini, sono più efficaci di una costosa campagna pubblicitaria tradizionale.
In occasione dell’evento, avete anche inaugurato Palazzo Alfieri che è stato subito preso d’assalto dai turisti, molti dei quali alpini. E’ già pronto il piano di gestione di Casa Alfieri?
Fino ai primi di giugno sarà aperta nei pomeriggi del fine settimana (da venerdì a domenica) poi dovrebbe scattare la gestione unitaria del sistema museale. Se dovesse tardare questa seconda fase troveremo il modo di proseguire comunque con questa organizzazione “provvisoria”. E’ evidente che se vogliamo essere Città di Vino e Cultura dobbiamo tenere i musei aperti: questo era un obiettivo che in passato (nell’economia “fordista”…) non era considerato. Anche “resettare” le priorità in strutture organizzative complesse (qual è un comune delle nostre dimensioni) richiede un po’ di tempo, soprattutto in un momento in cui abbiamo meno soldi.
L’Adunata ha portato con sé l’estensione dell’isola pedonale ottenendo il favore dei commercianti, anche viste le decine di migliaia di persone che per tre giorni hanno camminato lungo corso Alfieri. Aperta Casa Alfieri, non ritiene che possa essere il caso di rivedere la viabilità della zona, chiudendo al traffico corso Alfieri da piazza del Cavallo a piazza Roma per lasciare che la zona museale sia più fruibile per turisti e cittadini?
E’ un problema molto complesso perché fino a che non ci sarà la tangenziale sud ovest la chiusura di corso Alfieri costringe a riversare un traffico di attraversamento della città sull’anello viale Partigiani-corso Don Minzoni – corso Gramsci che è già saturo. Credo però che in occasione degli eventi più importanti, ad esempio quando ci sarà la Douja che per fortuna tornerà in centro, gli astigiani sapranno accettare questo disagio per avere il centro città di nuovo così accogliente.
Fra un anno si andrà alle elezioni, prima di allora c’è un progetto che vorrebbe ancora realizzare, o avviare, per la nostra città?
Vorrei vedere fatte le rotonde dell’Avir e di Asti Ovest, i lavori nelle scuole, le nuove piattaforme sportive nei parchi, vorrei appaltare il Palasport, finanziare con il nuovo Pisu il Palazzo del Vino a Palazzo Ottolenghi e i tratti mancanti delle piste ciclabili che servono per collegate i “monconi” esistenti in un’unica rete. Affidare all’Asp la costruzione del parcheggio in struttura a servizio del centro storico: a me piazza Alfieri va bene, ma non sono “impiccato” a una soluzione piuttosto che l’altra, basta che sia adiacente alla Ztl ed economicamente sostenibile. Non mi dispiacerebbe infine anticipare (rispetto al nuovo Pisu) almeno l’apertura di un’enoteca in centro città: sarebbe il segno tangibile che siamo la città di Vino e Cultura.
Riccardo Santagati