Tagli nei trasferimenti dagli enti superiori e patti di stabilità da rispettare non hanno frenato la spesa per i cani randagi. Troppi secondo il sindaco Aldo Fara i 14 mila euro inseriti anche
Tagli nei trasferimenti dagli enti superiori e patti di stabilità da rispettare non hanno frenato la spesa per i cani randagi. Troppi secondo il sindaco Aldo Fara i 14 mila euro inseriti anche nell'ultimo bilancio comunale per contribuire al mantenimento dei cani abbandonati e recuperati per essere trasferiti al canile di Casale Monferrato, quello di riferimento per la cittadina aleramica. «Non è messo in discussione l'affetto verso gli amici a quattro zampe ed il loro importante ruolo con le persone», tiene a precisare il primo cittadino, che però ritiene eccessivo il costo a cui la collettività chiamata a sopportare in una società che lamenta ben più importanti esigenze.
«Ci viene addirittura richiesto di garantire un servizio veterinario, con la disponibilità di un professionista 24 ore su 24. Paradossalmente abbiamo il veterinario ma nessun pediatra per i bambini», ha rincarato Fara in occasione dell'ultima seduta consigliare. L'Amministrazione comunale per ogni cane randagio catturato sul proprio territorio deve contribuire al suo sostegno giornaliero pari a 3 euro, fino all'eventuale decesso od adozione.
Così nel bilancio relativo all'esercizio 2013, recentemente approvato, ogni abitante di Moncalvo ha contribuito per 3,35 euro ciascuno. «Laddove il patto di stabilità non ti permette di spendere neppure gli avanzi di amministrazione, diventano importante anche la disponibilità di alcune migliaia di euro. Così un cane in più o in meno da mantenere si traduce nella possibilità di effettuare un piccolo intervento pubblico, oppure rinunciarvi», prosegue Aldo Fara, pronto a ricandidarsi sindaco per la quarta volta. «E' anche capitato che si sia stato rinvenuto un branco di animali abbandonati sul confine con Penango e d'intesa con gli amministratori del paese vicino si sia deciso di dividerlo, diventando insostenibile il costo di sette animali per un solo Ente».
Da queste considerazioni ha preso corpo anche un'ipotesi che sta attentamente valutando l'Amministrazione, pur essendo alla scadenza del proprio mandato. «Valuteremo di riconoscere un contributo a quei cittadini che decideranno di aprire le porte di casa adottando un animale, sottraendolo dalle gabbie del canile». Idea che già in altre località hanno attuato con successo. «Ipotesti certamente in nome del benessere animale nonché economicamente meno gravosa per le casse comunali. Ovviamente l'eventuale contributo concesso all'atto dell'adozione sarebbe vincolato al mantenimento minimo di alcuni anni dell'animale, con opportune verifiche attraverso il microchip, affinché non ci siano speculazioni».
Maurizio Sala