Un tonfo secco, sinistro, nella notte e uno dei due pioppi del Settimino Tunen non c'era più. Un risveglio dunque amaro ha atteso Incisa Scapaccino, lo scorso martedì mattina, quando
Un tonfo secco, sinistro, nella notte e uno dei due pioppi del Settimino Tunen non c'era più. Un risveglio dunque amaro ha atteso Incisa Scapaccino, lo scorso martedì mattina, quando all'alba la comunità ammutolita ha preso atto che uno dei due pioppi secolari era caduto, spezzandosi proprio davanti alla Chiesa della Virgo Potens di Borgo Impero, a pochi passi dalla casa del noto guaritore. Subito sono intervenuti gli uomini del comune e il sindaco Matteo Massimelli per accertare la situazione. «Purtroppo una volta arrivati sul posto non abbiamo potuto fare altro che constatare il fatto. Quando poi abbiamo cercato di valutare lo stato di sicurezza dell'albero gemello ancora in piedi, siamo stati costretti ad abbattere anche questo perché non era più sicuro» ha spiegato il sindaco.
Le due piante, è stato appurato, erano malate e marce all'interno. Le forti piogge dei giorni precedenti hanno contribuito a deteriorarne lo stato di salute. Rimuoverle era dunque l'unica scelta percorribile, un'operazione necessaria che però in questo comune della Valle Belbo ha stretto il cuore a molti. Per i più sentimentali i due pioppi erano un pezzo di storia del paese mentre per i fedeli erano l'ultimo legame tangibile con la figura di Giovanni Antonio Cacciabue, da tutti conosciuto come il "Settimino di Incisa", vissuto a cavallo tra Ottocento e Novecento e resosi protagonista di numerose guarigioni miracolose. Secondo la tradizione, fu proprio il Settimino Tunen a piantare, presumibilmente intorno al 1880, gli alberi a protezione del suo borgo.
Originariamente i pioppi erano tre: due ai lati del portone della chiesa, uno posto sul retro ma in seguito estirpato nel corso degli anni. Secondo alcune teorie esoteriche i tre alberi formavano in questo modo un triangolo, con il pioppo posto al vertice che guardava verso la Chiesa del Carmine del Borgo Villa, altro punto sacro per Tunen. Tre alberi, dunque a protezione di una chiesa che a sua volta si affacciava su una piazzetta su cui sorgevano tre chiese: quella cattolica della Virgo Potens appunto, una chiesa evangelica e una protestante per un borgo con poco meno di cinquanta famiglie in tutto. I tre centri erano inoltre a pochi passi, tra l'altro, dalla casa natale del guaritore, fatto che da sempre alimenta leggende e racconti su questo luogo, che secondo alcune teorie è fulcro di misteriose energie sotterranee legate alle falde acquifere.
D'altronde la fama di Tunen sembra sopravvivere ai decenni e ancora oggi il Settimino viene ricordato nelle preghiere di molti fedeli che si recano davanti alla sua tomba nel cimitero del Borgo Villa per chiedere una grazia. «La gente ama Tunen e amava i suoi alberi ? racconta Enrico Vigna, storico ? è un peccato che non si sia fatto nulla per preservarli». Gli uomini del comune hanno raccontato che mentre erano al lavoro per liberare la piazza dai rami e dai tronchi, una folla silenziosa e assorta si è recata al cospetto dei due alberi caduti, piantati da Tunen. Ciascuno dei presenti ha preso un pezzettino di legno come reliquia, in una processione continua che è durata tutta la mattinata.
Lucia Pignari