Dopo tanti anni passati come muratore ed esperto “trifolao” della zona, grazie alle sue perfette conoscenze del territorio e a una grande forza di volontà, da alcuni anni viveva nella casa dell’amico di famiglia Riccardo Iviglia, che lo ha ospitato insieme alla moglie Lidia Maris fino all’ultimo.
Militare fino al ‘43, “Triso” disertò per unirsi ai partigiani delle brigate Matteotti quando i soldati della Repubblica di Salò vennero a cercarlo per obbligarlo all’arruolamento nelle “camicie nere”. Da partigiano, “Triso” partecipò a diverse incursioni nell’area attorno a Moncalvo, in cui si nascondeva in una cascina insieme al suo battaglione, grazie all’aiuto di diversi abitanti della zona.
Nel 1945 fu in prima linea fra coloro che riconquistarono il presidio dei “repubblichini” a Rocchetta Tanaro e partecipò alle azioni di liberazione a Torino nello stesso anno. Di “Triso” è la prima delle “Cinquantuno storie dal Fascismo alla Liberazione” raccolte nel volume “Io c’ero” scritto da Laura Nosenzo e Loredana Dova.