Con l’arrivo dell’autunno per don Bosco e i suoi ragazzi iniziava la stagione delle passeggiate, una sorta di gita-premio e di pellegrinaggio, organizzate per il bene fisico e spirituale dei giovani e a edificazione delle popolazioni rurali, approfittando pure per diffondere le «Letture Cattoliche» e andare in cerca di vocazioni. Ma ancor prima delle famose passeggiate autunnali, effettuate con i ragazzi dell’Oratorio, fra il 1847 e il 1864, don Bosco sin dagli anni giovanili era solito compiere lunghi viaggi a piedi in compagnia di amici attraverso il Monferrato.
Nei primi anni dell’Oratorio, don Bosco portava i suoi “monelli” ai santuari torinesi della Consolata o di Santa Maria del Monte, della Madonna di Campagna o del Pilone, di Pozzo Strada o di Superga.
Nel 1850 inaugurò le lunghe passeggiate fuori Torino, che ebbero come meta prima i Becchi e dintorni, poi i colli monferrini fino a Casale, a Tortona e nel 1864 anche Genova, per far vedere il mare ai ragazzi, come aveva loro promesso.
Ai Becchi i giovani alloggiavano nella casa di Giuseppe, il fratello di don Bosco, occupando stanze, stalla e granaio. Celebravano con solennità la festa del Rosario nella cappellina eretta al pian terreno nel 1848 e poi partivano per Castelnuovo per il pranzo a base di polenta preparata da loro stessi.
Gli anni fra il 1859 e il 1864 furono il periodo d’oro delle passeggiate autunnali. I ragazzi vi partecipavano in gruppi sempre più numerosi, entrando nei paesi con la banda musicale in testa, accolti festosamente dalla gente e dai parroci. Riposavano nei fienili, consumavano frugali pasti contadini, celebravano funzioni religiose in chiesa ed alla sera davano spettacolo sopra un palco improvvisato nella piazza del paese. Il repertorio di quello spettacolo popolare comprendeva canti, macchiette in dialetto e commediole, nelle quali Gianduia faceva la parte del leone.
Non deve stupire la frequentazione di don Bosco nel Monferrato, avendo avuto una stretta relazione con la diocesi di Casale Monferrato, in quanto il vescovo Luigi Nazari dei conti di Calabiana apprezzava e sosteneva la sua opera in favore dei giovani, a differenza dell’arcivescovo di Torino Luigi Fransoni, col quale era invece spesso in contrasto. A Mirabello Monferrato don Bosco aprì, con il benestare del vescovo casalese, la prima casa salesiana fuori Torino nel 1860.
Il “Cammino” progettato dal Gal vuole far rivivere in chiave moderna gli itinerari percorsi da don Bosco durante le sue famose passeggiate.