L’ultimo incendio appiccato a ridosso dell’area dove vivono gli zingari, che ha sprigionato una densa colonna di fumo nero, è stata la goccia che ha fatto traboccare un vaso già abbastanza colmo
I cittadini sono stufi, e non solo quelli che lavorano nella zona industriale di Asti, nei pressi del campo nomadi di via Guerra. L’ultimo incendio appiccato a ridosso dell’area dove vivono gli zingari, che ha sprigionato una densa colonna di fumo nero, è stata la goccia che ha fatto traboccare un vaso già abbastanza colmo. Denunce, articoli sui giornali, raccolte firme, esposti non sembrano aver sortito gli effetti sperati sul problema dei roghi accesi in via Guerra e che vanno ad aggravare i già tesi rapporti di “convivenza” tra i nomadi e gli imprenditori con attività in zona. Adesso, mentre sulla rete fioccano le polemiche e si chiedono immediate ed efficaci decisioni per identificare, denunciare e allontanare eventuali responsabili degli incendi (possibilità prevista dal regolamento comunale del campo), partono nuove raccolte firme e si annunciano diffide a carico del sindaco Brignolo.
E’ il Movimento 5 Stelle che annuncia una serie di azioni volte a contrastare quella che definisce “la Terra dei Fuochi” astigiana. «I diritti dei cittadini e la salute pubblica degli stessi vanno garantiti a tutti i costi – scrivono i pentastellati – E’ ora di dire basta a questa situazione continua di illegalità». Domani, sabato, in viale Pilone sarà possibile firmare la diffida che i Cinque Stelle presenteranno al sindaco «affinché, in base al regolamento comunale sui campi nomadi, provveda a individuare i responsabili degli incendi, li faccia allontanare e li denunci alla autorità giudiziaria». In caso contrario i Cinque Stelle sono pronti ad attivare contro il primo cittadino eventuali azioni in tribunale. Gli stessi chiederanno anche accesso agli atti per vedere «con quali e con quante comunicazioni il sindaco ha segnalato a tutte le autorità competenti la gravissima situazione di via Guerra», e proporranno al Consiglio di chiedere alle forze dell’ordine una sorveglianza della zona h24.
Analoga linea di condotta è quella dell’Associazione “Dalla parte degli Astigiani” che ha avviato una petizione indirizza al Prefetto, al sindaco, all’Asl e all’Arpa, con primi firmatari Biagio Riccio e Maurizio Finotto. Nel documento si sollecita l’intervento dell’Autorità Pubblica «al fine di verificare la sussistenza delle condizioni di legalità, igiene e rispetto dell’ambiente circostante nella zona di via Guerra. I firmatari chiedono – si legge sulla petizione – che sia celermente liberata la zona suddetta dalla presenza di mezzi, tende, autocaravan, roulotte e ogni altra sorta di veicoli o mobili e immobili che ivi illegittimamente sostano contro i regolamenti comunali, le leggi vigenti europee e quelle sanitarie nazionali».
Le due differenti petizioni, simili negli intenti, seguono la dura presa di posizione della consigliera Angela Quaglia e della sua interpellanza urgente firmata con Piero Ferrero. «E’ ora di prendere seri provvedimenti riguardo al campo nomadi di via Guerra che è proprietà del Comune e il Comune deve far rispettare le regole. Le regole ci sono: basta aprire e leggere il regolamento del campo nomadi che in un apposito articolo sancisce la possibilità dell’allontanamento di coloro che accendono fuochi».
Anche Quaglia annuncia di voler sollecitare il sindaco affinché ponga la questione al Prefetto: «Con il buonismo a tutti i costi non si va da nessuna parte, anzi si facilità una maggiore insofferenza e intolleranza tra i cittadini».
Sulla questione nomadi si registra la replica dell’assessore ai servizi sociali Piero Vercelli: «Credo che questo sia un problema di ordine pubblico, ma è chiaro che i rom non devono bruciare e, se qualcuno verrà sorpreso a farlo e identificato, sarà allontanato dal campo come previsto dal regolamento. Chiedo anche che ognuno faccia la sua parte perché sappiamo che ci sono privati che scaricano in via Guerra i loro rifiuti. Il Prefetto ha dimostrato grande sensibilità e attenzione su questo tema ma, detto ciò, sono pronto a mettermi in gioco e sedermi intorno ad un tavolo con tutti i soggetti interessati ad affrontare, seriamente e non elettoralmente, il problema. Io sono da tempo convinto che i campi nomadi devono essere superati perché lì c’è gente che vive da oltre 20 anni».
Riccardo Santagati