Fra 21 giorni, il 23 settembre prossimo, il campo rom di via Guerra sarà chiuso una volta per tutte. Questa è la data di scadenza che ha decretato il sindaco Maurizio Rasero e questo è il termine ultimo per togliere dall’area le ultime famiglie che ancora vivono nella baraccopoli.
La data di chiusura del campo rom è stata ribadita in una recente delibera di giunta, approvata il 26 agosto scorso, con la quale l’amministrazione comunale evidenzia l’intensificarsi “degli sforzi per ricercare le ultime soluzioni abitative congrue ad accogliere i nuclei ancora presenti nell’area, che risultano in condizioni di estrema fragilità”.
Per questo motivo, anche per non andare oltre il termine ultimo concordato dopo il lungo lavoro di superamento della baraccopoli, effettuato in collaborazione con l’associazione 21 Luglio Onlus, l’amministrazione ha previsto, nella stessa delibera, “di dare mandato agli uffici competenti del Settore Politiche Sociali affinché provvedano a reperire adeguata collocazione alle famiglie ancora presenti, sulla base di progettazioni individualizzate che possono prevedere, su base valutativa professionale del servizio sociale, anche il ricorso alle assegnazioni provvisorie di alloggi in edilizia residenziale pubblica”.
Progetti individuali per lasciare il campo
«Per ogni nucleo viene condiviso con loro un progetto individualizzato – spiega l’assessora ai Servizi Sociali, Eleonora Zollo – C’è chi si è comprato una casa, chi è andato a convivere con un altro nucleo, chi era in graduatoria e ha avuto accesso a case popolari e chi è stato inserito in appartamento ponte per proseguire poi nel percorso di inclusione. Il percorso di superamento del campo non si esaurisce con l’uscita dei nuclei ancora presenti in via Guerra, ma prevede un accompagnamento ed un sostegno nel percorso di inclusione».
Il fatto che la chiusura del campo rom non sia l’ultimo atto del progetto di superamento, ma un giro di boa, lo conferma la stessa assessora. «Gli sforzi sostenuti dagli operatori sono stati tantissimi e non è ancora finita – conclude Zollo – È stato per gli operatori un lavoro condotto in solitudine e con tanti ostacoli. Finalmente iniziamo ad intravedere la fine anche per le persone che abitavano il campo».
Il “dopo campo” è già stato tracciato grazie anche a un finanziamento, di un milione e 400mila euro (suddiviso su tre anni), che impegnerà assistenti sociali, educatori e altre figure del benessere dei bambini nel seguirli in un processo di integrazione, scolastica e sociale. Il Comune intende procedere lungo un graduale percorso volto a impedire che le famiglie possano spostarsi altrove per ricreare un altro campo “di fatto”, ma anche per assicurarsi che i bambini osservino l’obbligo scolastico arginando l’abbandono dell’istruzione il quale, per i rom, inizia alle scuole medie.
Quello che diventerà l’ex campo rom sarà poi chiuso per impedire che altri soggetti possano tornarci a vivere. Tutte le ultime baracche presenti nell’area saranno infine abbattute.