Un tempo, in periodo di vendemmia, c’era il bivacco nelle piazze con giustificata lamentela dei cittadini. La Caritas anfanava dietro le esigenze primarie della mole di braccianti stranieri molte volte lavoratori che non sconoscevano la lingua italiana.
Oggi la situazione è molto cambiata. Scomparsi gli scenari di degrado, si è pensato ad una forma di accoglienza che andasse oltre i posti letto della Caritas. Si chiama “Housing Unesco” ed è un progetto di Canelli Solidale odv che ha partecipato ad un bando regionale. L’idea è quella di un’accoglienza diffusa. «La nostra associazione fa da soggetto intermedio – spiega Giorgio Penna, presidente dell’associazione – cerchiamo alloggi, li affittiamo e poi sublochiamo ai braccianti o alla famiglia. In questo modo evitiamo che i lavoratori stagionali siano costretti a sistemazioni insicure e inadeguate».
L’idea è anche quella di sottrarre i lavoratori al “caporalato”, restituendo dignità a chi presta un lavoro prezioso nelle nostre vigne conosciute in tutto il mondo. Attesa la penuria di manodopera, si pensa a permanenza ed integrazione. Il bando regionale prevede anche la fornitura di alcune biciclette che possano permettere ai braccianti di spostarsi dall’alloggio alla sede di lavoro in maniera indipendente.