Una relazione del dottore forestale Daniele Pecollo, commissionata dalla precedente amministrazione, ha rilevato: «All’inserzione del castello, a circa 5 metri di altezza, si osserva nel lato sud la presenza di cavità esposte derivate da interventi di potatura sbagliati e dal trascorrere del tempo – si legge – Si segnalano tre branche che necessitano di posa di consolidamenti a triangolo con cavi dinamici da quattro tonnellate da applicare a metà altezza della lunghezza delle brache». Il tecnico ha poi rilevato la presenza di altre cavità nei lati nord e ovest e una parte cariata.
«L’ultima potatura risale a 12 anni fa – rileva il documento – Sarebbe necessario completare una generale potatura di contenimento a “tutta chioma con taglio di ritorno” per mantenere un ordine di dominanza apicale e un equilibrio naturale di tutti i candelabri».
Della problematica ha parlato in Consiglio anche l’assessore al verde pubblico Mirella Quaglia. L’intervento di recupero, ancora non programmato, impegnerà non poche risorse.