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Canelli treno storico
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Canelli, il “treno storico” motore di turismo ed economia

Se n’è parlato nel convegno organizzato da Club Unesco e Fondazione Fs con i ministri Massimo Garavaglia e Giancarlo Giorgetti. “Rami secchi” da far rinascere, “no” alle ciclovie.

Il treno a vapore che ha sferragliato, oggi, fino a Canelli ha dissolto le nebbie su tre grandi temi: (quasi) canto del cigno per le ciclovie, rinverdiranno i “rami secchi”, la strada ferrata provinciale come motore del turismo. Argomenti venuti prepotentemente a galla al convegno “Il treno storico come motore di sviluppo dei paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato, patrimonio dell’Umanità UNESCO”. Parterre qualificato, con il ministro del turismo Massimo Garavaglia, il ministro dello sviluppo economico Giancarlo Giorgetti in collegamento da Bruxelles, il direttore generale della Fondazione Fs Luigi Cantamessa, l’assessore regionale Marco Gabusi, la collega della Lombardia Maria Grazia Terzi, amministratori e associazioni.

Marco Gabusi non si è tirato indietro nell’illustrare la posizione della Regione, sollecitato anche da alcune domande arrivate dalla platea sul suo passo indietro sulle ciclovie. «Il Piemonte è l’unica regione che non ha un contratto di trasporto con Trenitalia. Noi abbiamo in cassa 535 milioni da spendere sul trasporto ferroviario. Nel bilancio 2022 ho voluto inserire, proprio per andare incontro alle richieste e alle necessità, 15 milioni di euro in più per dieci anni che ci aiuteranno a investire nuovamente nel settore». Sottolineando anche la svolta green sull’idrogeno decisa dal Piemonte. «Al ministro Giovannini abbiamo chiesto di poter essere una regione dove sviluppare questa nuova tecnologia, avendone le competenze e le possibilità».

Luigi Cantamessa non ha lesinato una frecciatina all’assessore ed ex sindaco di Canelli. «Con piacere apprendo che adesso non si punta più sulle ciclovie – scatenando una salva di applausi dalla platea -. Ma non basta. Dobbiamo tornare al concetto di trasporto che aveva Cavour: tante piccole reti ferroviarie secondarie che si collegano all’asse principale attraverso la spinta di un grande piano nazionale».

Il ministro Garavaglia ha tirato le conclusioni. «Il treno storico è un’opportunità turistica per questi territori come per tutta l’Italia. I “rami secchi” non devono più esistere, dobbiamo farli rinverdire perchè proprio queste tratte decentrate sono il motore dello sviluppo economico. Il turismo sostenibile parte proprio da qui».

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