La vendemmia si sta avvicinando e prende nuovamente piede la questione delle rese del Moscato d’Asti Docg. Accogliamo l’intervento di Giovanni Bosco, da sempre attento al mondo dei moscatisti.
« Il popolo del Moscato d’Asti ha votato: 100 quintali per ettaro più 15 quintali di riserva vendemmiale che potranno diventare tutto o in parte DOCG in base alle vendite che risulteranno alla fine dell’anno.
I contadini più consapevoli si stanno chiedendo se queste rese daranno vita nuovamente all’altalena delle rese degli ultimi vent’anni, quando si è passati dai 115 quintali ai 70 quintali per ettaro nel giro di due o tre anni. La storia della denominazione ci insegna che questa altalena delle rese è stata dovuta unicamente a causa dell’aumento delle vendite dell’Asti Spumante dovute alla pubblicità, mentre ora le vendite dell’Asti sono praticamente ferme alle precedenti mentre sono aumentate notevolmente quelle del Moscato D’Asti Docg non per la pubblicità al prodotto ma per il nome e la qualità. Sono convinto che anche se si sbloccasse 10 o anche 15 quintali a causa delle vendite, questa volta non si ritornerebbe sotto i 100 quintali per ettaro.
Una cosa è certa: quest’anno di aromatico nemmeno a parlarne sempreché il Cortese e le altre uve similari non cambino colore, profumo e gusto».