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Canelli: “Natale di memoria e riconoscenza” per l’alluvione del ‘94

Cappelletti: «Uno scenario devastante. Nel fango è nata l’amicizia tra canellesi e trentini»
Canelli ricorda l’alluvione di trent’anni fa. La notte tra il 5 ed il 6 novembre 1994 la città fu invasa dalle acque e devastata. Persero la vita tre persone. Palazzo Anfossi, in collaborazione con il Consiglio Regionale, celebra quei tristi frangenti con l’evento “Natale di Memoria e Riconoscenza” previsto sabato 9 novembre a partire dalle 11. La biblioteca “Monticone” ospiterà la mostra fotografica “La Luce oltre il Fango” allestita dalle associazioni di volontariato ed arricchita dai video degli studenti dell’Artom. In piazza Cavour ci sarà, alle ore 18, la commemorazione dei defunti dell’alluvione, la scopertura di una targa e l’accensione dell’albero di Natale donato dall’Azienda Forestale Trento-Sopramonte e, la sera al teatro Balbo, il concerto dei Cori Voci di Bondone e Valle Belbo.
«Ricordo lo scenario di devastazione purtroppo comune nei fenomeni alluvionali – racconta Sergio Cappelletti, all’epoca ispettore nonché vicepresidente del Corpo dei Vigili del Fuoco volontari del Trentino – Il Dirigente, l’ing. Dal Lago, inviò alcune centinaia di permanenti e volontari a Canelli a prestare soccorso. Lì, lavorando instancabilmente per giorni nella melma, fianco a fianco, è nata un’amicizia durata anni e che oggi, dopo qualche periodo di stasi, è tornata a rinsaldarsi».

Durante la conferenza stampa il sindaco di allora Oscar Bielli ha elogiato il contributo trentino non solo per l’opera della pala, ma per l’educazione alla prevenzione. «Non avevamo né Protezione civile né Vigili del Fuoco – ha detto – Questo ci portò, nell’immediato, ad affrontare la cosa con improvvisazione. Poi arrivarono i trentini che portarono competenza, lucidità e prospettive».

Molti protagonisti non ci sono più. «Persone magnifiche come Franco Bianco, Ferruccio Gai e tanti altri – ha elencato Cappelletti – L’albero di Natale (foto) è un dono di amicizia ma anche un monito che rammenta di tenere sempre alta la guardia contro le calamità».

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