Quella esperienza tanto lontana, in realtà, visti gli ultimi episodi di cronaca, è di grande attualità. «L’alluvione del 1994 è stato l’evento che ci ha spinto ad escogitare soluzioni – continua – Da quella piaga sociale, con famiglie in strada, ed economica (23 miliardi di lire in opere pubbliche ) è nata l’idea di realizzare l’invaso che ha scongiurato negli anni successivi tragedie del genere». Legato all’opera, proposta dal Comune ma finanziata dal Magispo, c’è un aneddoto.
«Tale era la mia convinzione su questo progetto che per essere ascoltato da qualcuno mi recai a Parma a piantonare giorno e notte gli uffici – ricorda Bielli – Alla fine l’invaso fu realizzato grazie all’impegno di tutti i Comuni dell’asta del Belbo, mentre a monte, dove doveva sorgere una cassa di espansione, per miopia di qualcuno, non si realizzò mai nulla».
L’esempio di Bielli è stato seguito dagli amministratori successivi: «Lì è nata una nuova cultura del presidio del territorio» conclude. E’ notizia di questi giorni: la Giunta Lanzavecchia, alle porte dell’autunno, ha già provveduto alla pulizia dell’alveo del fiume. Meglio prevenire.