Era il 13 marzo del 2020, un venerdì. Quella sera, al termine di una giornata concitata con il rincorrersi di conferme e smentite, a Canelli venne ufficialmente registrato il primo contagio da Covid19. Il virus era arrivato anche in provincia. In quella provincia produttiva, internazionale, con aziende che il mercato mondiale l’avevano aperto oltre un secolo e mezzo prima, uomini e donne che viaggiavano nei cinque continenti a caccia di business. Era l’inizio di un lungo calvario.
Ricordi vividi, che il sindaco Paolo Lanzavecchia ha messo nero su bianco, sabato, in un post sulla pagina fb istituzionale. «Da quel 13 marzo abbiamo avuto 473 residenti contagiati dal virus dei quali purtroppo 23 deceduti, a cui va il nostro ricordo» scrive.
Come in quei giorni quando “andrà tutto bene” era più di una speranza, il Castello Gancia è stato illuminato con il tricolore «quale simbolo di unione e coesione della nostra città – è il pensiero del sindaco -. A distanza di un lungo e difficile anno, alla vigilia di una nuova ed estenuante chiusura delle attività commerciali ed artigianali così come previsto dall’ultimo provvedimento del Governo, sono fiducioso che la situazione possa finalmente cambiare nella primavera, con la vaccinazione di massa e conseguentemente con la ripresa economica».