La forbice tra ricchi e poveri si è allargata sempre di più anche ad Asti (prova ne è il fatto che sono aumentate le presenze alla mensa sociale di corso Genova) ma anche tra gli animali domestici,
La forbice tra ricchi e poveri si è allargata sempre di più anche ad Asti (prova ne è il fatto che sono aumentate le presenze alla mensa sociale di corso Genova) ma anche tra gli animali domestici, in particolare tra i cani, la crisi sta mietendo numerose vittime obbligando i loro padroni, cassaintegrati, disoccupati, famiglie monoreddito, a chiedere aiuto al canile per poterli sfamare. LA.Z.A (Associazione Zoofila Astigiana), che si occupa di gestire il canile di Quarto, è diventata una risorsa anche per questi animali indigenti dando ai loro padroni abbastanza cibo per garantire il fabbisogno necessario a non ammalarsi, dal momento che gli stessi proprietari avrebbero difficoltà a trovare i soldi per farli curare.
Tutto questo in aggiunta ai tradizionali compiti cui deve fare fronte lassociazione che, quotidianamente, deve garantire il cibo a circa 120 animali, occuparsi di vaccinazioni e sterilizzazioni, pagare lo stipendio del guardiano (14 mensilità), le assicurazioni e tutti gli altri obblighi previsti dalla legge. Il canile ovviamente non gode di fondi illimitati ma deve far quadrare le spese con appena 6.900 euro mensili che il comune gli passa, pagando, però, con un ritardo fisiologico di un paio di mesi (ad aprile sarà liquidata la competenza di febbraio).
Poiché i soldi erogati dallamministrazione comunale non bastano per tutte le spese, i gestori della struttura fanno come possono per arrotondare e si procurano ulteriore denaro attraverso mercatini e altri eventi benefici nei quali chiedono il sostegno della cittadinanza. «Ogni forma di pagamento entra nella disponibilità della liquidità che il comune ha a disposizione – spiega lassessore al Bilancio Santo Cannella a proposito dei ritardi nellerogazione dei fondi – E questo vale per il canile di Quarto ma anche per tutti gli altri pagamenti effettuati dallente».
Riccardo Santagati