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Ospedale di Nizza, sconcerto e rabbia per la decisione della Regione
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Ospedale di Nizza, sconcerto e rabbia per la decisione della Regione

Ospedale della Valle Belbo, il tramonto di un sogno durato sei anni? Tra Nizza e Canelli il percorso iniziato nel 2008 con la firma dell’accordo di programma tra Comune di Nizza, Regione Piemonte e

Ospedale della Valle Belbo, il tramonto di un sogno durato sei anni? Tra Nizza e Canelli il percorso iniziato nel 2008 con la firma dell’accordo di programma tra Comune di Nizza, Regione Piemonte e Asl ha avuto tanti tentennamenti, anche vistosi, che in molti semplici cittadini, in piazza o digitalmente, manifestavano ormai da tempo il proprio scetticismo. Nel corso degli anni ci sono state interrogazioni parlamentari e al consiglio regionale, raccolte firme e persino il videoclip di una giovane band che usava il cantiere come sfondo di una metaforica “terra dei morti viventi” (sic). A pochi giorni dall’annuncio dell’assessore regionale alla sanità Antonio Saitta, che ha confermato il futuro della struttura di regione Boidi come un polo sanitario, non espressamente un ospedale, da decidere con i sindaci, abbiamo raccolto alcuni punti di vista.

Carcione: la sconfitta della politica
«È inaccettabile che le tasse aumentino, mentre i servizi vengono tagliati non tanto perché non sono più necessari, quando perché mancano i fondi – affonda l’ex sindaco nicese Maurzio Carcione, che nel 2008 firmò l’accordo di programma con la presidente Bresso e il dirigente Asl Robino – La ritengo una sconfitta della politica». Rispetto al 2008 Carcione ammette che le cose sono cambiate: «L’età media si alza e c’è maggiore richiesta di servizi sanitari, ma si taglia il trasporto pubblico. Se le cose non cambiano, ci aspetta un brutto futuro».

Perazzo: un paese poco serio
«Nessuno obbligò, a suo tempo, la Regione Piemonte a inserire il nuovo ospedale nella sua programmazione – commenta l’ex vicesindaco nicese Sergio Perazzo – Un accordo che avrebbe dovuto essere valido, anche da un punto di vista legale, viene ignorato, simbolo di un paese poco serio che chiede scartoffie e poi non le rispetta. Genova in questi giorni è flagellata da un nuovo disastro di natura idrogeologica, proprio mentre ci avviciniamo al ventennale della tragica alluvione in Valle Belbo. Ci sono alcune opere di contenimento da completare: se ne ricorderanno?».

Pesce: urgente il piano finanziario
Per il sindaco di Nizza Flavio Pesce è urgente, ancora più dei contenuti della struttura, il piano finanziario regionale che garantisca il termine dei lavori: «Se non ci sarà entro la fine dell’anno, l’impresa che si è aggiudicata l’appalto ha diritto di rescindere il contratto».

Motta: il presidio serve
«C’è la necessità per il territorio del Sud astigiano di avere un presidio sanitario su una zona così vasta, soprattutto a seguito del ridimensionamento dell’ospedale di Acqui verso cui si rivolgevano numerosi utenti – commenta il consigliere regionale Angela Motta – Sicuramente la decisione sul futuro della struttura non potrà che essere presa a seguito di un confronto con i Sindaci e con il territorio».

Gabusi: dispiuaciuto e sconcertato
Da Canelli il sindaco Marco Gabusi si dice «preoccupato  e dispiaciuto» circa la decisione della Regione Piemonte di sospendere i finanziamenti per l’ospedale della Valle Belbo ma anche «guardingo nell’attesa di capire quale sarà il futuro dell’offerta sanitaria per questo territorio a Sud del Tanaro. Il sindaco del secondo comune della provincia non si nasconde dietro a un dito e pur comprendendo, da amministratore, la politica di contenimento dei costi della spesa sanitaria, ribadisce la necessità per la Valle di usufruire di adeguati servizi. «Ricordo che il canellese finora ha chiesto veramente poco, se non nulla, alla Regione in termini di cassa integrazione e ammortizzatori sociali. Anzi, la nostra è una delle poche realtà che traina l’economia della provincia. In termini di PIL e di tasse stiamo dando molto a Torino. A questo punto pretendiamo servizi adeguati» commenta Gabusi il quale invita l’assessore Saitta a convocare al più presto un incontro con tutti i sindaci del territorio. «Non è bene apprendere queste notizie dai giornali – osserva Gabusi – avremmo dovuto trovarci intorno ad un tavolo e discuterne. Anche perché a questo punto sono inevitabili alcune domande. Quale sarà il futuro della struttura sanitaria di Nizza? Saremo costretti a recarci tutti ad Asti? E come funzionerà l’emergenza?». Domande che il sindaco si pone e alle quali ora si aspetta una risposta, considerando anche il suo ruolo di neoconsigliere provinciale e portavoce della Valle Bormida: «Canelli dista da Asti 30 km. Per la Langa Astigiana il capoluogo è ancora più lontano e senza un’adeguata offerta sanitaria in zona è chiaro che questi comuni dovranno rivolgersi ad Acqui Terme».

Fulvio Gatti

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