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Capitale italiana della cultura 2025, dopo l’audizione si attende il verdetto

Oggi la delegazione astigiana si è presentata davanti alla giuria. Cirio: «Se darete fiducia ad Asti ci potrà essere un “contagio di cultura” che investirà gli oltre 1.200 comuni del Piemonte»

«Ci presentiamo con umiltà, ma anche con la consapevolezza della forza della città e del nostro territorio, per far vincere un concetto ampio di cultura. E’ facile immaginare la cultura se si guarda un dipinto (ne troverete ad Asti di straordinari),  se si immagina un bel palazzo storico o un’opera d’arte (ad Asti ne troverete) o ad un importante scrittore, come Beppe Fenoglio, Cesare Pavese o all’astigiano Vittorio Alfieri. E’ meno facile, però, immaginare che sia cultura tutto ciò che fa da contorno, come l’enogastronomia.
La nostra candidatura vuole una cultura a 360 gradi, quella di un territorio da scoprire. Se darete fiducia ad Asti  ci potrà essere un “contagio di cultura” che investirà gli oltre 1.200 comuni del Piemonte».
Sono le parole del presidente della Regione, Alberto Cirio, a conclusione dell’audizione che ha visto impegnata, oggi pomeriggio al Ministero della Cultura a Roma, la delegazione astigiana di fronte alla giuria che venerdì 31 marzo decreterà quale sarà la Capitale italiana della cultura 2025, cui andrà un premio da un milione di euro. Una sfida, giunta all’epilogo, che vede Asti sfidare altre nove città finaliste: Agrigento, Aosta, Assisi (Perugia), Bagnoregio (Viterbo), Monte Sant’Angelo (Foggia), Orvieto (Terni), Pescina (L’Aquila), Roccasecca (Frosinone) e Spoleto (Perugia).
L’audizione è cominciata pochi minuti prima delle 15.30. Ad intervenire ciacuno dei componenti della delegazione: il sindaco Maurizio Rasero, l’assessore alla Cultura Paride Candelaresi, il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, il project manager Roberto Daneo, la project manager della Biblioteca Astense Alessia Conti, l’attrice e conduttrice Chiara Buratti e Vittoria Carlotta Lo Vullo, studentessa del liceo classico Alfieri chiamata a portare sul tema la voce delle giovani generazioni. Presente, dalla parte degli uditori, anche il presidente di Banca di Asti, Giorgio Galvagno.

Le parole del sindaco

Emozionato il sindaco Maurizio Rasero, che ha introdotto gli interventi sottolineando che la candidatura è motivata dal fatto che Asti ha metabolizzato da anni importanti investimenti nella cultura, lavorando nel silenzio, e che il dossier presentato a questo scopo è stato frutto di un lavoro partecipato che poggia sul passato e guarda al futuro. Ha poi ricordato la sua essenza di città contadina, ricordando che il dossier è intitolato “Coltivare la cultura” proprio in omaggio alle sue tradizioni e ai valori su cui poggia.
E’ quindi stato proposto il video promozionale che sintetizzava, sotto forma di suggestioni, le bellezze della città e della provincia, dopodiché è stato consegnato dall’assessore Candelaresi alla giuria uno scrigno. «E’ stato realizzato da un artigiano astigiano – ha spiegato il sindaco – e riporta una frase di Rita Levi Montalcini, la scienziata cui Asti diede riparo durante le persecuzioni razziali: “Il pensiero, se lo coltivi, funziona”. Ecco, questo scrigno contiene il nostro tesoro più prezioso: la terra».

L’intervento di Roberto Daneo

Tra i vari interventi che sono seguiti, quello di Roberto Daneo, che ha ricordato le parole chiave del dossier di candidatura che la giuria già conosceva. Innanzitutto i “numeri”: «Le schede contenute nel dossier sono 181 – ha spiegato – da cui sono nati 60 progetti che derivano innanzitutto da 10 sentieri che solcano la nostra terra e si ramificano nelle Langhe e Monferrato, specchio di una linea di espressività culturale. Sentieri incastonati su sei pilastri che hanno ispirato i progetti: cultura inclusiva, partecipata, attrattiva, aumentata, fertile e innovativa. Tra i progetti, la mostra su Van Gogh che, in caso di vittoria, sarà promossa dalla Fondazione Astimusei, così come l’esposizione su Guglielmo Caccia detto il Moncalvo; la mostra che verrebbe allestita in sinergia con il Museo egizio di Torino, così come con il Museo del cinema del capoluogo regionale. O ancora, la realizzazione, con una società inglese, di un videogioco che insegna in cosa consiste la filiera del vino. A proposito di cultura attrattiva, poi, ricordo che il nostro obiettivo è irrobustire i nostri sentieri turistici e destagionalizzarli rispetto ai periodi di maggiori presenze, ovvero in estate e a settembre».

Tra sostenibilità finanziaria e governance

Dopo il video che ha visto intervenire, a sostegno della candidatura, numerosi esponenti della cultura a livello locale e nazionale, è stato il turno dell’assessore Candelaresi, che aveva il compito di parlare di sostenibilità dei progetti a livello finanziario e di governance. «Il dossier comprende progetti da circa 9 milioni di euro in totale – ha puntializzato – che poggia su un partenariato al 38% pubblico e al 62% privato, anche perché beneficerebbe di un importante piano di sponsorizzazione da parte di aziende private. La governance sarebbe invece pubblica, cui verrebbero garantite risorse umane esterne dalle Regione Piemonte».
Agli interventi  sono seguite le domande da parte dei membri della commissione, che si sono complimentati con la delegazione per l’esposizione, per approfondire o chiarire alcune questioni. Al termine le conclusioni del sindaco Rasero e del presidente Cirio.
Per guardare l’audizione vedere l’ultima parte di questo video: https://www.youtube.com/watch?v=vnFP_ILtycQ.

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