Dopo non aver raggiunto il risultato di diventare Capitale Italiana della Cultura 2025 (ha vinto la città di Agrigento), Asti scopre, non così a sorpresa dal momento che le voci circolavano da tempo, che la città di Alba tenterà di riuscire nella sua stessa impresa. Alba, Bra, Langhe e Roero hanno infatti deciso di raggiungere lo stesso obiettivo che si era data Asti, ma per il 2026: ottenere il riconoscimento di Capitale Italiana della Cultura.
L’iniziativa è stata presentata al Castello di Grinzane Cavour dal Comitato che coordina i lavori e l’ideazione del progetto. Un momento dedicato all’annuncio della candidatura alla presenza delle istituzioni, per gettare il seme di un lavoro che vuole coinvolgere tutti gli 81 comuni del territorio. Tra le autorità presenti: Luca Robaldo, presidente Provincia di Cuneo; Mauro Gola, presidente Camera di Commercio di Cuneo; Maurizio Marello, Consigliere della Regione Piemonte; Giuliano Viglione, presidente Associazione Commercianti Albesi; Tomaso Zanoletti, Gran Maestro dell’Ordine dei Cavalieri del Tartufo e dei Vini di Alba.
«È una data importante per il nostro territorio, che segna l’inizio di un nuovo percorso – commenta Carlo Bo, presidente del Comitato – oggi lanciamo ufficialmente la candidatura di Alba Bra Langhe Roero a Città Capitale della Cultura 2026 e diamo avvio alla preparazione del dossier. Un lavoro congiunto che riguarda un’ampia comunità. Sono 81 i comuni coinvolti con cui proveremo a mettere in campo progetti innovativi e di qualità. Il nostro territorio negli ultimi anni ha saputo conquistare diversi riconoscimenti, per i suoi straordinari paesaggi vitivinicoli, per la creatività gastronomica, per la sua dinamica cultura di impresa e, ora, dopo un anno di celebrazioni in occasione del centenario dell’albese Beppe Fenoglio, uno degli scrittori italiani che più ha lasciato il segno nel secolo scorso, siamo pronti, ancora una volta, a metterci in gioco, questa volta come fucina creativa e culturale».
Alba e Bra, fanno sapere i proponenti, sono state scelte in quanto città simbolo del territorio, cuore nevralgico delle colline che costituiscono le Langhe e il Roero. Questa candidatura riguarderà tutti i comuni dell’area, con l’obiettivo di proporre un progetto che tenga conto di tutte le sfumature all’interno dell’area e che ne costituiscono la loro unicità. «Ad oggi, si tratterebbe della candidatura con il più ampio territorio in termini di comuni, una grande città composta di molte anime e culture. Un progetto che testimonia una forte fiducia in quello che si ritiene un unico territorio, composto di tante realtà differenti, ma con una storia comune, che le unisce facendo da fil rouge». Il dossier dovrà essere presentato al Ministero della Cultura entro la fine del 2023.
Il Direttore artistico del progetto sarà Davide Rampello, direttore creativo dello studio Rampello & Partners; il suo lavoro consisterà nella curatela e nell’ideazione delle iniziative che verranno presentate nel dossier, coordinando tutte i soggetti che ne faranno parte. Le relazioni istituzionali, invece, saranno curate da Giuseppe Scognamiglio, Chairman di Eastwest consulting. Infine, alla Direzione Tecnica, e quindi incaricato della stesura del dossier, sarà Matteo Gatto, principal dello studio matteogatto&associati.
Una parte della programmazione culturale della candidatura verterà sui grandi autori della letteratura italiana del Novecento che alle colline delle Langhe e del Roero sono profondamente legati: Giovanni Arpino, Beppe Fenoglio e Cesare Pavese. Inoltre, verranno incluse nel dossier anche molte proposte legate alle infrastrutture, al turismo e all’economia.
Il Consiglio Direttivo del Comitato è composto da: Carlo Bo, Presidente; Liliana Allena, Giuliana Cirio, Giovanni Fogliato, Vicepresidenti; consiglieri: Luciano Bertello, Riccardo Corino, Roberto Passone, Katia Robaldo, Pierluigi Vaccaneo.
Carbone: «Asti ha maturato una bellissima esperienza nella candidatura»
L’incarico di Direttore del Comitato è stato affidato a Mauro Carbone, già direttore dell’Atl di Langhe, Monferrato e Roero, ma anche coordinatore del Tavolo “Turismo, Sport e Benessere” proprio nella candidatura di Asti a Capitale Italiana della Cultura 2025. Per lui una seconda occasione, anche se in un altro ruolo, di portare in Piemonte l’abito riconoscimento.
«Sarà di certo una bella avventura e ci proviamo volentieri, insieme a tutti i sindaci che hanno aderito al progetto – commenta Carbone – Asti ha maturato una bellissima esperienza con la candidatura e posso dire che mi ha colpito tanto vedere duecento persone radunate, nel giro di pochi giorni, per confrontarsi su un progetto nel quale tutti credevano. Non è qualcosa che si vede sovente, anzi direi mai. Penso che una città come Asti, con a disposizione quel tipo di forze, possa creare grandissimi progetti per il futuro».
Non mancano, però, voci fuori dal coro che sollevano dubbi sulle tempistiche della candidatura albese e perfino sulla presenza di Carbone nel team di lavoro. Osservazioni a cui il diretto interessato risponde così: «Ovviamente la candidatura di Alba non è in risposta a quella di Asti, perché viene fatta su anni diversi e non certo contro qualcuno. Sarebbe una sciocchezza crederlo. Era da diverso tempo – ricorda – che si parlava di questa candidatura, ma Alba, Bra, Langhe e Roero si sono ben guardati dal presentarla proprio quando aveva deciso di candidarsi Asti. Per quanto mi riguarda, invece, non mi sento di essere “dall’altra parte” e credo che questa questione non appassioni nessuno».