Non tutti i Comuni possono vantare le spoglie di un Padre Costituente. Invece il piccolo cimitero di Capriglio, dal 1977 custodisce la tomba di Giuseppe Rapelli, uno dei deputati che lavorarono alla stesura della nostra Costituzione, forse la più bella del mondo.
Originario di Castelnuovo Don Bosco, dove nacque nel 1905, si trasferì a Torino e dopo aver militato nelle file dell’Azione Cattolica, iniziò giovanissimo la sua carriera di sindacalista con l’allora CIL (Confederazione Italiana Lavoratori) e, nel 1926, ne divenne dirigente insieme a Grandi e Gronchi.
Nel 1942 partecipò alle prime riunioni clandestine per dare vita alla Democrazia Cristiana; partecipò alla Resistenza, venne anche fatto prigioniero dei repubblichini ma venne rilasciato in uno scambio di ostaggi. Nel 1945 fondò le Acli a Torino.
Con la chiamata, nel 1946, all’Assemblea Costituente, iniziò la sua brillante carriera politica. Rapelli fece parte della ristretta Commissione dei 75 e in particolare della terza sottocommissione per i problemi economico-sociali. All’interno di questa fu relatore, con Giuseppe Di Vittorio, per le questioni relative all’ordinamento sindacale che portarono alla definizione degli articoli 39 e 40 della Costituzione, per la cui attuazione legislativa (legge sindacale) Rapelli condusse, invano, una lunga battaglia.
L’articolo 40, per intenderci, è quella che prevede il diritto di sciopero dei lavoratori.
Fino al 1963 fece parte della Camera dei Deputati della quale, dopo la rielezione del 1955, divenne anche vice presidente.
Abbandonò la Cisl nel 1950 e per il resto della sua vita condusse una battaglia per la rinascita del sindacalismo cristiano in Italia.
Un impegno politico sempre affiancato da una feconda attività editoriale: nel 1953 pubblicò la rivista Lettere ai Lavoratori.
Ora Capriglio gli dedica una piazzetta, nel cuore della frazione Serra, fra il peso e la chiesetta. Proprio alla Serra, Rapelli visse i primi anni della sua infanzia, quando la madre lo diede “a balia” della famiglia Agagliate che aveva due figli quasi suoi coetanei: Matteo e Maria Luigia. Il primo sarebbe diventato sacerdote salesiano professore di agronomia, la seconda fu la storica maestra elementare del paese e la prima donna sindaco dell’Astigiano, eletta nel 1956 e in carica ininterrottamente fino al 1975.
Rapelli non dimenticò mai Capriglio e agevolò lavori come le asfaltature delle strade e l’arrivo dell’acquedotto grazie alla sua profondissima amicizia con la sindaca.
Non ancora decisa la data della cerimonia ufficiale di intitolazione che però dovrebbe tenersi nel mese di aprile, intorno all’anniversario della Liberazione.
Iniziativa innovativa
- 23 Novembre 2024
- Massimiliano Pettino