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Pensabene: spero di trovare una sinistra unita
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Caro Tari e raccolta verticale, l’ex assessore Pensabene risponde alle critiche del consigliere Berzano

Padre politico del porta a porta in città, Pensabene contesta le dichiarazioni dell’ex assessore al Bilancio sull’impennata dei costi che la “differenziata domestica” portò con sé

Negli ultimi anni è diventato un vanto poter annoverare nelle fila delle amministrazioni rappresentanti della cosiddetta società civile, in genere liberi professionisti che nella vita si sono occupati, legittimamente, degli affari propri e che a un certo punto decidono di dedicarsi alla gestione della cosa pubblica. Scelta lodevole, se non avesse il retropensiero, il non detto, che chi si è sempre occupato di politica, senza necessariamente farne una professione, cosa che accomuna la stragrande maggioranza degli amministratori comunali, arrivi dalla società tribale.

Succede così che un giorno apri il giornale, ad esempio “La Nuova Provincia” del 16 luglio, e leggi che c’è qualcuno che non sapendo dare risposte politiche ai problemi sollevati dai cittadini, nella fattispecie l’aumento della TARI e il cambiamento del sistema di raccolta dei rifiuti, come un politicante qualsiasi ne attribuisce la responsabilità a chi c’era prima di lui. Normalmente questo espediente, di bassissima lega, lo si utilizza riferendosi all’Amministrazione precedente. In questo caso non era però possibile perché l’Amministrazione precedente è la stessa di quella attuale e chi si occupava della tariffazione dei rifiuti era lo stesso soggetto che oggi è costretto ad attribuirne la responsabilità dell’aumento ad una scelta operata più di venti anni fa: la raccolta porta a porta.

Il signore in questione evidentemente ignora che quella scelta, a lui tanto invisa, non comportò un aumento dell’allora tassa rifiuti perché se da una parte aumentava il costo della raccolta dall’altra faceva diminuire, pressoché della stessa grandezza, il costo dello smaltimento. Se così non fosse stato le proteste di oggi le avremmo avute allora. Certo ci furono proteste che vennero raccolte nelle oltre 30 assemblee che vennero fatte in ogni angolo della città. Assemblee spesso infuocate perché si passava da un sistema in cui il cittadino si liberava dei rifiuti buttandoli nei cassonetti stradali, o intorno a questi quando erano pieni, ad un sistema che richiedeva una maggiore collaborazione dei cittadini. Collaborazione, è bene dirlo forte e chiaro, che fu encomiabile tanto che in pochi anni Asti diventò il primo Comune Capoluogo per quantità e qualità della raccolta differenziata.

Ho fatto l’Assessore all’Ambiente e ho spesso dichiarato che nell’Amministrazione perfetta l’assessorato all’Ambiente non serve perché ogni assessorato si fa carico della propria quota parte di responsabilità ambientale nei servizi che fornisce o nelle opere che realizza. L’ex Assessore Berzano sembra invece non essere interessato ai miglioramenti ambientali che quella scelta si portava dietro. E’ una questione di sensibilità, non è obbligatorio, anche se sarebbe auspicabile, che un amministratore pubblico abbia a cuore la qualità ambientale della città che amministra. Altrettanta indifferenza il consigliere Berzano dimostra avere sulle questioni sociali e occupazionali. Lo si intuisce da come banalizza l’incremento occupazionale, con numeri complessivi ben superiori a quelli da lui citati, che la scelta del porta a porta comportò.

Eppure si trattava, e si tratta tutt’oggi, di un ragionamento semplice: a parità di costi è meglio spendere in posti di lavoro che in mezzi meccanici e in costi di smaltimento. Allora come oggi Asti aveva fame di posti di lavoro veri, con stipendi che consentissero a decine di famiglie di vivere dignitosamente o addirittura di formarsi. L’inversione di tendenza con la raccolta verticale certamente non comporta dei licenziamenti nell’immediato, ci mancherebbe altro, ma consolida la tendenza a non rimpiazzare il personale che va in pensione e a gonfiare il petto presentando bilanci in attivo che fanno felici i soci privati e impoveriscono la città.

Probabilmente io, che faccio politica da quando avevo 14 anni, provengo dalla società tribale ma mi sento molto più civile di chi pensa che la questione ambientale sia irrilevante e che decine di posti di lavoro contino meno dell’utile in bilancio. In realtà la scelta di incrementare la raccolta differenziata, con il passaggio al sistema di raccolta porta a porta, si inseriva in un contesto di emergenza ambientale dell’astigiano che chi si occupa di politica e ha più di 50 anni dovrebbe conoscere.

Giovanni Pensabene (già assessore all’Ambiente del Comune di Asti)

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