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Casa di Riposo “Città di Asti”: niente stipendi a gennaio e il bando per il liquidatore va deserto

Per la seconda volta nessuno si è proposto per traghettare il fallimento del Maina – Il nodo del centro diurno Alzheimer

Non è servito prorogare il termine del bando per proporsi come commissario liquidatore della Casa di Riposo “Città di Asti”. Oggi, a mezzogiorno, termine del bando, nessuna candidatura è arrivata in municipio a dimostrazione del fatto che il fallimento dell’IPAB più grande del Piemonte, sarebbe così tanto una patata bollente da tenere tutti i potenziali liquidatori ben lontani. C’è da ricordare che il rimborso previsto per il liquidatore si aggira sui 1.000 euro al mese, di certo una cifra che difficilmente crea la fila di interessati. «Possono provare a pagare qualcuno con il voucher» replica amaro il segretario provinciale della CIGL Luca Quagliotti. La conferma che nessuno si sia proposto come liquidatore è arrivata dal sindaco Maurizio Rasero che si è subito confrontato con gli uffici della Regione. «Attendiamo direttive, – ha commentato – mi dicono che non era mai capitata una situazione simile».

Ad oggi in carica c’è ancora il commissario straordinario Mario Pasino, ma sul tavolo c’è soprattutto il futuro dei 110 dipendenti, molti dei quali senza ammortizzatori sociali, per i quali i sindacati chiedono garanzie affinché non vegano lasciati per strada. Intanto un avviso del commissario ha informato i lavoratori che questo mese non potrà essere corrisposta alcun tipo di retribuzione «in quanto l’ente non dispone più di introiti».

E se gli oltre 130 ospiti hanno invece trovato una ricollocazione nelle varie RSA del territorio, molto più critica è la situazione del centro diurno Alzheimer che si occupa di una decina di ospiti con i suoi dipendenti. «La questione del centro diurno va affrontata velocemente. – commentano i consiglieri comunali di minoranza Malandrone, Briccarello e Bosia – Il rimpallo istituzionale è insopportabile, ci si rimpalla la responsabilità. Nonostante sia un servizio unico in città, l’Asl indica il Comune come soggetto che dovrebbe risolvere il problema, il Comune abbozza una risposta insufficiente. Alle famiglie, ai lavoratori, ai pazienti va tutta la nostra solidarietà perché stanno sopperendo a ciò che chi sarebbe responsabile di fare non sta facendo».

Intanto il senatore Enrico Borghi del Pd ha presentato un’interpellanza al Ministro della Salute per chiedere «quali iniziative urgenti intenda adottare affinché ai cittadini del territorio di Asti sia garantita la presenza di una casa di riposo e di un servizio di hospice, vero e proprio presidio di civiltà, facendo altresì in modo, al contempo, che al personale della Casa di Riposo sia assicurata una adeguata ricollocazione professionale».

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