Cerca
Close this search box.
<img src="https://lanuovaprovincia.it/wp-content/uploads/elementor/thumbs/casa-di-riposo-senza-lettibrasl-non-puo-stare-in-piedi-56e6bdc8914631-nkid4npqcaeuj7e6vxubvgsb22bfuzpx1xegwym9ag.jpg" title="Casa di riposo: senza letti
Asl non può stare in piedi" alt="Casa di riposo: senza lettiAsl non può stare in piedi" loading="lazy" />
Attualità

Casa di riposo: senza letti
Asl non può stare in piedi

E’ la matematica ciò che rende il futuro della Casa di Riposo “Città di Asti” un grande punto interrogativo. I numeri, illustrati ieri mattina dal Consiglio di amministrazione dimissionario, non lasciano alcun dubbio sul fatto che la situazione sia estremamente delicata: i costi di gestione risultano molto più alti di quanto la struttura possa sostenere, soprattutto per il personale, e i tagli alla Sanità, ricaduti sulle Asl…

E’ la matematica ciò che rende il futuro della Casa di Riposo “Città di Asti” un grande punto interrogativo. I numeri, illustrati ieri mattina (giovedì) dal Consiglio di amministrazione dimissionario, non lasciano alcun dubbio sul fatto che la situazione sia estremamente delicata: i costi di gestione risultano molto più alti di quanto la struttura possa sostenere, soprattutto per il personale, e i tagli alla Sanità, ricaduti sulle Asl e quindi, di conseguenza, anche sulle case di riposo convenzionate, hanno dato la spallata definitiva. L’ex presidente del CDA Rolando Doglione e i consiglieri Bruno Ballario, Rossella Maggiora, Pier Luigi Visconti, Giancarla Maina, Luciano Longo (cui si aggunge Guglielmo Berzano, assente in conferenza stampa), hanno spiegato le criticità che li hanno convinti a fare un passo indietro.

«Dopo due anni di sforzi immani per tenere in piedi una struttura anacronistica nella forma attuale siamo giunti ad un punto non più sostenibile» ha spiegato Doglione. Tante le criticità, ma la più importante riguarda il rapporto ospiti/dipendenti. Negli ultimi anni la casa di riposo ha visto diminuire il numero dei degenti di circa il 20% (oggi se ne contano 290), mantenendo però inalterato il personale (160 occupati) il cui costo “pesa” per il 65% del bilancio. Circa 4,5 milioni di euro su 7 va alla voce personale, ma considerando che la casa di riposo deve reggersi solo sulle rette degli ospiti e sui contributi del reparto di lungodegenza RSA pagati dall’Asl (una quarantina di persone a 104 euro al giorno, oggi ridotti ad un numero pressoché inconsistente) si evince come la diminuzione di entrambe le voci abbia provocato uno squilibro tra le entrate e le spese cui fare fronte.

L’abbattimento dei posti letto convenzionati si è tradotto in circa 1 milione di euro in meno sul bilancio cui si aggiunge, come ricordato dall’ex presidente Doglione, un credito di 450.000 euro per rette non pagate. La crisi, infatti, ha aumentato il numero di famiglie che decide di tenere l’anziano a casa per impiegare la sua pensione al pagamento di spese vive, ma ha anche causato la morosità di diversi degenti verso cui sono state attivate le procedure, non facili, di recupero crediti. «In teoria è il Comune che dovrebbe pagare per loro – spiega Doglione – ma così non avviene e la casa di riposo si fa comunque carico del loro mantenimento perché stiamo parlando di persone, non di bulloni di una fabbrica». A ciò si aggiunge la presenza nella struttura del dormitorio maschile e del centro di prima accoglienza delle famiglie in difficoltà, «ovvero 42 posti occupati – aggiunge Doglione – per i quali il Comune rimborsa 40.000 euro annui: 2,75 euro a persona al giorno sebbene tocchi alla casa di riposo coprire tutte le spese di luce, acqua, gas, riscaldamento e immondizia. Capite che si tratta di una cifra inadeguata».

Le rette per non autosufficienti sono invece decise dalla Regione, mentre per gli autosufficienti vanno da 800 a 1400 euro, non abbastanza per mantenere in piedi la struttura con le criticità riportate. «Il bilancio 2015 dovrebbe chiudersi con un disavanzo complessivo di circa 1.100.000 euro – ricorda Doglione – Il CDA non prende gettoni, ma ha fatto fronte ad ogni tipo di emergenza, tra cui l’intervento sulla fognatura collegata a via Bocca che ci è costato 150.000 euro. I miracoli, però, non possiamo farli». E soluzioni a breve termine non se ne vedono. La casa di riposo potrebbe essere commissariata, oppure avere un nuovo CDA che si troverebbe con gli stessi problemi del dimissionario.

«O l’Asl riattiva il reparto convenzionato per tutti i letti previsti o non c’è futuro» aggiunge Doglione ricordando come fossero in programma dei lavori strutturali per rinnovare due vecchi reparti del Maina (l’edificio principale è del 1860 mentre la parte più recente ha comunque 50 anni), ma non essendoci soldi e non avendo potuto accendere un mutuo in banca, tutto si è fermato in attesa di sapere cosa succederà di qui a qualche mese. Lunedì in Provincia si terrà un incontro tra le parti. Un confronto che secondo l’ex CDA giunge tardi rispetto ai numerosi segnali d’allarme, anche scritti, lanciati negli ultimi due anni e per i quali gli enti interessati non hanno dato risposte, o non abbastanza.

Riccardo Santagati

Condividi:

Facebook
Twitter
WhatsApp

Le principali notizie di Asti e provincia direttamente su WhatsApp. Iscriviti al canale gratuito de La Nuova Provincia cliccando sul seguente link

Scopri inoltre:

Edizione digitale