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Attualità

Castelnuovo, marcia indietro
sulla raccolta porta a porta

L'azione congiunta di resistenze di commercianti ed artigiani ed una valutazione accurata di costi e benefici hanno indotto la giunta di Castelnuovo a rinunciare al passaggio della raccolta

L'azione congiunta di resistenze di commercianti ed artigiani ed una valutazione accurata di costi e benefici hanno indotto la giunta di Castelnuovo a rinunciare al passaggio della raccolta rifiuti porta a porta. A confermarlo è lo stesso sindaco, Giorgio Musso, dopo averlo concordato con il Consorzio di bacino dei rifiuti astigiani, ente competente che sta predisponendo l'appalto di raccolta rifiuti per tutti i Comuni del Nord Astigiano. In questo momento, infatti, sia a Castelnuovo Don Bosco che negli altri Comuni il servizio sta procedendo in proroga essendo già scaduto il precedente appalto.

Nel paese natale di Don Bosco oggi la raccolta è prevalentemente per mezzo di cassonetti stradali differenziati e il porta a porta riguarda solo l'indifferenziato. In vista del rinnovo dell'appalto l'amministrazione aveva proposto di passare al porta a porta per tutte le frazioni differenziate. Un'idea che non è piaciuta a molti cittadini, ai commercianti e agli artigiani. Intanto perchè molte attività commerciali, soprattutto quelle del centro, non dispongono di sufficienti spazi nei retrobottega o nei cortili per sistemare quattro o cinque cassonetti da tenere sempre lì in attesa dell'esposizione nel giorno di passaggio. Tenendo conto che, vista la quantità di imballaggi mediamente prodotta da ogni negozio, i bidoni non sarebbero sufficienti. Per le attività che producono molto rifiuto organico, poi, si presenterebbe il problema degli odori a causa del persistere degli scarti nei bidoni in luoghi angusti per svariati giorni.

Un altro problema è dovuto alle tempistiche di esposizione dei bidoni in strada che trasformerebbero per diversi giorni alla settimana, le vie centrali in una discarica a cielo aperto: un biglietto da visita non proprio ideale per i turisti attesi nell'anno del bicentenario di Don Bosco. «Sia chiara una cosa – afferma Pablo Mocci, presidente dell'Associazione Sviluppo Castelnuovo che raccoglie i commercianti del paese – qui nessuno è contrario al progresso e la maggior parte degli iscritti nutre una profonda sensibilità verso l'ambiente e verso la necessità di differenziare e riciclare, ma sono le modalità con le quali si vuole perseguire questo obiettivo a renderci molto perplessi. Ci sono ostacoli tecnici e logistici difficili da risolvere che finirebbero per provocare più danni che benefici».

Analisi condivisa dal sindaco Musso. «Oggi Castelnuovo Don Bosco, con la raccolta a cassonetto stradale, vanta una percentuale del 69% di differenziata; è stimato che con il passaggio al porta a porta "totale" si raggiungerebbe il 71% con un incremento dei costi compreso fra il 30 e il 40%. Ne vale la pena? Secondo noi no». Tenuto conto che nel 2014 vi è già stata una forte impennata del costo rifiuti per famiglie e negozi.«E' risaputo che la raccolta porta a porta spinta è molto efficace nei comuni sotto i mille abitanti con scarsissima presenza di attività commerciali e produttive, non in centri più grandi e strutturati come il nostro che, tra l'altro deve fare i conti con un territorio di 23 km quadrati da percorrere con i mezzi della raccolta» precisa Musso. «Per dimostrare il nostro impegno – dichiara Pablo Mocci insieme a Ilario Matta, componente del direttivo dell'associazione commercianti – ci rendiamo disponibili a sponsorizzare una campagna di informazione e sensibilizzazione per un paese più bello e pulito».

Daniela Peira

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