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Attualità
Congregazione Salesiana

Castelnuovo Don Bosco: presentato il “Il cammino monferrino del santo

Un percorso di circa 200 km. che si ispira alle famose passeggiate autunnali del santo

Nell’ambito del Capitolo Generale 29 della Congregazione Salesiana, presenti 269 Superiori salesiani provenienti da tutto il mondo, guidati da don Pascual Chávez, Rettor maggiore emerito, è stato presentato il “Il cammino monferrino di don Bosco”, un percorso di circa 200 km, che si ispira alle famose passeggiate autunnali del santo castelnovese.

L’ambizioso progetto, nato su iniziativa dei Salesiani del Piemonte (referente don Egidio Deiana), ha avuto il supporto del Gal Basso Monferrato Astigiano, e del Comune di Castelnuovo come capofila; i sentieri sono stati tracciati dal Cai di Asti, Casale, San Salvatore.

Il nuovo itinerario spirituale ora al vaglio della Regione, si aggiunge al cammino già esistente, dalla basilica di Maria Ausiliatrice a Torino (dove è sepolto il santo) al Colle Don Bosco ufficialmente registrato nella Rete Escursionistica Regionale nel 2023; suddiviso in tre itinerari ciascuno di 40-50 km (alto o di Superga, medio o del lago di Arignano e basso o di San Domenico Savio)  attraversa 21 Comuni tra torinese ed astigiano consentendo ai camminatori che desiderano vivere in “modo lento” di conoscere le aree collininari, di apprezzarne le bellezze naturalistiche e insieme il patrimonio storico, artistico e culturale.

Il nuovo percorso, tocca i luoghi  storicamente legati alla vita e alla missione di don Bosco, quali Castelnuovo, Capriglio, Montechiato, Penango, Montemagno, Portacomaro, Viarigi, Vignale, Mirabello, il santuario di Crea e Casale Monferrato. Il percorso è suddiviso in dieci tappe, percorribili a piedi o in bicicletta, ma anche in auto. Sono previste tariffe agevolate nelle strutture alberghiere convenzionate. Ad ogni tappa è possible far apporre il timbro sulla carta del Pellegrino. Al termine del pellegrinaggio, al Colle Don Bosco sarà possible ritirare l’attestato di partecipazione.

Pur essendo stata la città di Torino il suo campo privilegiato di apostolato, don Bosco mantenne sempre nel corso di tutta la sua vita stretti legami con la sua patria natia e, più in generale, con il Monferrato. Proprio dal territorio monferrino e astigiano provenivano molti sacerdoti e salesiani coadiutori che collaborarono strettamente con don Bosco nello sviluppo iniziale della sua opera sia in Italia che nelle missioni dell’America Latina: basti ricordare figure di primo piano della Congregazione salesiana quali il cardinal Giovanni Cagliero (1838-1926) compaesano di don Bosco, monsignor Giuseppe Fagnano (1844-1916) di Rocchetta Tanaro, monsignor Luigi Lasagna (1850-1895) di Montemagno, don Pietro Tirone (1875-1962) di Calliano e don Luigi Variara (1875-1923) di Viarigi.

Non deve stupire l’intensa frequentazione di don Bosco con il Monferrato, avendo avuto una stretta relazione con la diocesi di Casale Monferrato, i cui vescovi – dapprima mons. Luigi Nazari di Calabiana (1847-1867) e poi il successore mons. Pietro Maria Ferrè (1867-1886) – ne apprezzarono e sostennero l’opera in favore dei giovani, a differenza dell’arcivescovo di Torino, mons. Lorenzo Gastaldi, col quale fu in forte contrasto. A Mirabello Monferrato don Bosco aprì nel 1863, con il benestare del vescovo casalese, il «Piccolo Seminario San Carlo», la prima casa salesiana fuori Torino.

Ancor prima delle famose passeggiate autunnali, effettuate con i ragazzi dell’Oratorio, fra il 1847 e il 1864, don Bosco sin dagli anni giovanili era solito compiere lunghi viaggi a piedi in compagnia di amici attraverso il Monferrato. «Il nuovo percorso – sottolinea don Thathireddy Vijay, direttore del Colle – vuole ricreare quell’atmosfera di convivialità e di spiritualità che caratterizzava le passeggiate di don Bosco, regalando ai partecipanti un messaggio di speranza, un’esperienza di incontro con un territorio che ha segnato la vita e la missione di don Bosco, segno tangibile della vitalità del carisma salesiano, un invito a riscoprire la bellezza della fede e la ricchezza della storia che ha reso il Monferrato una terra di grandi missionari».

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