«L’impegno nello studio e la frequentazione dell’ambiente artistico torinese – sottolinea Saini – gli hanno consentito di diventare un pittore stimato e un ottimo insegnante. Cominciò da ragazzo a cimentarsi nel disegno e a sperimentare con i colori, avendo un occhio rivolto agli impressionisti e (come si può vedere nei soggetti marini e nelle nature morte in mostra), alle stilizzazioni che resero celebre De Pisis. Mise in pratica anche la tecnica divisionista, soprattutto nel paesaggio. Trascorse gli ultimi anni della sua vita a Sanremo, a contatto con il mare che ispirò il suo estro e schiarì la tavolozza».
La sua prima esposizione personale ebbe luogo ad Asti nel 1974; seguirono decine e decine di mostre che fecero di Seglie un artista noto in Piemonte e nella Riviera ligure di Ponente. Dopo la morte nel 1954 del padre Giuseppe, appassionato di ricerche linguistiche, ne raccolse il corposo materiale, frutto di decenni di frequentazioni torinesi e castelnovesi, e con il cugino Gianfranco Gribaudo avviò nel 1972 la pubblicazione dei quattro volumi del “Dissionari piemontèis”. Il Comune di Castelnuovo intitolò a Seglie una via.