Sono stati premiati stamattina, nel refettorio del Seminario vescovile, i vincitori del concorso di idee per l’adeguamento liturgico della Cattedrale di Asti, indetto dalla Diocesi lo scorso marzo con l’obiettivo di effettuare alcuni interventi architettonici e artistici all’interno della chiesa, all’insegna dei dettami del Concilio Vaticano II.
Le parole del vescovo
A spiegare le ragioni di procedere con modifiche, a 60 anni dall’inizio del Concilio, ad una chiesa gotica di indubbia bellezza, che lo scorso 20 novembre ha lasciato stupito anche Papa Francesco, il vescovo Marco Prastaro. “Stiamo vivendo un evento che ha radici 60 anni fa – ha spiegato – con lo stesso obiettivo di ripensare alla Chiesa del mondo attuale. Le principali novità introdotte dal Concilio a livello di liturgia erano state, in passato, il fatto che il sacerdote non dava più le spalle ai fedeli e che la messa non era più recitata in latino. Ora, invece, abbiamo la necessità di avere una Cattedrale che ci consenta di garantire celebrazioni liturgiche secondo i canoni di oggi. L’area celebrativa attuale è molto piccola, come emerso anche in occasione della mia ordinazione, e ha ancora altare e sede mobili, quando il Concilio prevede siano fissi. Ed è proprio nell’area del presbiterio che verranno effettuate le principali modifiche”.
Il vescovo ha quindi ricordato che la Cattedrale ha già subito modifiche nel corso dei secoli, per esempio alle colonne e agli organi, e che ha già visto un adeguamento liturgico nel 1984. “Sicuramente è una cattedrale gotica con una sua estetica – ha precisato – ma ora non avrebbe alcun significato procedere con interventi di adeguamento secondo quello stile. Le modifiche, che verranno effettuate nel corso del 2023, porteranno i segni del nostro tempo. Non per mortificare la chiesa, ma per continuare quel cammino iniziato con il Concilio Vaticano II.
E la decisione di procedere all’adeguamento proprio ora – ha concluso – è legata all’opportunità fornita da un bando promosso dalla CEI (Conferenza Episcopale Italiana) che finanzierà i lavori per il 75% dell’importo”.
I vincitori
L’apposita commissione del bando diocesano ha quindi designato quale progetto vincitore quello del gruppo di lavoro coordinato dall’architetto Andrea Vaccari “per la capacità di disporre in maniera armonica i luoghi liturgici nella nuova spazialità proposta che, pur ampliando l’area presbiterale esistente, è rispettosa dell’assetto architettonico e del palinsesto storico artistico della Cattedrale; per l’intento di interpretare in chiave contemporanea i poli liturgici con soluzioni innovative e con un linguaggio artistico coerente”.
Il gruppo di lavoro è costituito anche da Carlo Bergamaschi, Luca Cavalca, Don Giorgio Santi, Angela Araldi, Eugenio Cinollo.
Il progetto
Il progetto vincitore prevede come modifica principale l’allargamento dell’area presbiteriale. Il nuovo presbiterio avanzerà fino ad occupare l’area sottostante al tamburo, ponendosi al servizio della celebrazione dei riti e presentando un disegno della pavimentazione che definirà le aree funzionali. Verrà situato alla stessa altezza delle due abisidi laterali delle navate minori, eliminando i gradini che risultavano barriere architettoniche per il movimento dei ministri.
La croce che sovrasterà l’altare sarà in bronzo patinato, dorato e laccato. L’ambone sarà in marmo bianco scolpito con incastonature di bronzo dorato e patinato o in diaspro rosso. Stesso materiale per l’altare – concepito come solida pietra che è Cristo (Ef, 2,20 – 22) – e per la cattedra del vescovo, con seduta in legno di acero. “Da essa – si legge nel progetto – si può abbracciare con lo sguardo l’altare e l’ambone, parte delle sedi dei concelebranti e l’assemblea dei fedeli”.
Il gruppo di lavoro menzionato
La giuria ha inoltre deciso di assegnare una menzione al progetto del gruppo di lavoro coordinato dall’architetto Germana Corradino “per la sensibilità dimostrata nella scelta dei materiali e delle cromie rispetto all’inserimento del progetto nell’esistente”.
In questo caso il gruppo di lavoro è costituito anche da Andrea Garbiero, Giulia Grande, Armando Marrocco, Don Enrico Triminì.