È una realtà in crescita il Cpia, Centro provinciale di istruzione adulti, che a giugno ha superato i 3mila iscritti. Un numero mai toccato prima che testimonia un progressivo incremento negli ultimi dieci anni, aumentati di 500 iscritti all’anno dal settembre 2021.
Ne parliamo col dirigente Davide Bosso.
Il Cpia è la scuola statale aperta a tutti coloro che hanno assolto l’obbligo scolastico, a partire dai 16 anni. Quali le macro-aree che raggruppano i percorsi attivi?
Sono quattro. Innanzitutto è a disposizione il percorso dell’apprendimento della lingua italiana, non obbligatorio ma fondamentale per l’integrazione degli stranieri, portato avanti in tutte le nostre sedi.
E’ diviso in livelli in base alla scolarizzazione pregressa degli iscritti (dagli analfabeti a coloro che, nel Paese d’origine, hanno conseguito una laurea): da quello base (A1) al madrelingua (C2), per i quali siamo anche sede d’esame in convenzione con l’Università per stranieri di Perugia. Questo filone comprende la maggior parte degli iscritti, quasi 2mila su un totale di 3mila.
Un’altra macro-area è rappresentata dai percorsi di primo livello, che corrispondono alla scuola media, di durata annuale o biennale a seconda delle competenze in ingresso. Attiva in cinque sedi, conta circa 200 iscritti, sia stranieri (la maggioranza) sia italiani. E ancora, il percorso di secondo periodo, di durata triennale, che corrisponde alle scuole superiori, con rilascio del diploma. Ovviamente, in entrambi i casi, stiamo parlando di percorsi ridotti rispetto all’istruzione statale classica, declinati per una scuola rivolta agli adulti.
I percorsi per ottenere il diploma
Quali sono i percorsi per ottenere il diploma?
Contiamo i percorsi attivati in collaborazione con l’istituto tecnico Artom (indirizzi informatico e meccanico/meccatronico) e con l’istituto agrario Penna (enogastronomico e agrario). Quest’ultimo indirizzo, tra l’altro, dal prossimo settembre sarà presente anche presso la casa di reclusione di Quarto: abbiamo già 28 iscritti.
Gli indirizzi sono stati finora attivati nelle fasce serali e mattutine e possono essere frequentati da maggiorenni (con possibilità di deroga per chi ha superato i 16 anni, a patto che giustifichi l’impossibilità di seguire di iscriversi in una scuola superiore statale).
In questo caso la maggioranza degli iscritti è italiana. Questo percorso rappresenta, infatti, una seconda opportunità, statale e gratuita, per chi ha abbandonato la scuola prima del diploma.
Da ricordare, poi, che abbiamo anche attivato il primo anno del biennio di scuola superiore con corvatura specifica in vista del test di ingresso per i corsi di formazione da Oss (Operatore socio-sanitario). L’abbiamo deciso dopo aver saputo che la maggioranza di coloro che terminavano il percorso di scuola media voleva poi svolgere questo mestiere. Il fatto, poi, che chi ha sostenuto il test di ingresso l’abbia superato, ci ha fatto molto piacere.
I corsi di informatica e lingua straniera
A parte questi percorsi più impegnativi, il Cpia propone anche altre tipologie di corsi…
Sì, e questa è la quarta macro-area. Mi riferisco a corsi di informatica e di lingua straniera, che tra l’altro da quest’anno rilasciavano anche la relativa certificazione grazie alla collaborazione con una scuola di lingue.
Senza contare i progetti Pon…
Ci spieghi…
Come qualsiasi altra scuola statale possiamo partecipare ai bandi dei progetti Pon finanziati dall’Unione europea. Lo scorso anno scolastico ne abbiamo attivati 15, dal potenziamento della lingua italiana al laboratorio di coro e recitazione che ha portato all’allestimento del “Cpia musical”.
Chi ha partecipato?
Dagli stranieri dei corsi di alfabetizzazione a chi frequentava i corsi di informatica. E’ stato un progetto trasversale che ha coinvolto le varie “anime” del Cpia.
Il centro è cresciuto costantemente negli ultimi dieci anni. A cosa è dovuta questo aumento, secondo lei?
Sicuramente al fatto che l’Astigiano è una provincia caratterizzata da un elevato numero di stranieri residenti, tanto che i nostri studenti provengono da 97 nazioni del mondo diverse. Quindi alla molteplicità delle proposte offerte.
Le difficoltà
Questo incremento vi ha creato anche difficoltà?
Sì. Scontiamo la carenza di personale, soprattutto docente (34 gli insegnanti in totale) e di spazi. Siamo felici di poter contare su una sede esclusiva in piazza da Vinci – dove lavoriamo su tre fasce (mattino, pomeriggio e sera) – ma siamo piuttosto in difficoltà per quanto riguarda quella serale, problema di cui abbiamo già interessato il Comune.
Per quanto riguarda la provincia contiamo tre sedi principali (Canelli, Nizza Monferrato e Villafranca), oltre alla casa di reclusione di Quarto e a sei sedi aggiuntive (S. Damiano, Dusino S. Michele, Villanova, Berzano S. Pietro, Moncalvo e Castagnole Lanze): ovviamente la situazione è migliore laddove disponiamo di sedi esclusive.
Comunque, in vista del prossimo anno scolastico, ho in mente alcuni “ampliamenti”. Sono in contatto con le Amministrazioni comunali di Castelnuovo D. Bosco e Mombaruzzo per attivare sedi presso i due paesi. Inoltre a Nizza stiamo valutando di avviare un biennio di scuola superiore con rilascio della certificazione di fine obbligo scolastico. Insomma, la collaborazione con i Comuni è buona.