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Centrosinistra: «Confrontiamoci su proposte reali, non su un’etichetta»

Roberto Vercelli, uno dei nomi proposti come candidato sindaco dal PD, lancia un appello agli potenziali alleati

A quanto sembra neanche il Natale riuscirà a portare in dono al centrosinistra astigiano il suo “candidato sindaco unitario” che va cercando da mesi, senza successo. Se ne parlerà dopo la Befana, probabilmente a fine gennaio, quando le diverse forze di una coalizione che stenta a fare sintesi su un nome gradito a tutti dovrà, messa alle strette dai tempi, decidere se presentarsi compatta alle elezioni comunali o se, come successo l’ultima volta, dividersi su più fronti ed eventualmente riunirsi al ballottaggio. Negli ultimi giorni i nomi portati in dote dal Partito Democratico agli “alleati” sono stati definitivamente resi pubblici con interviste e anticipazioni sui giornali locali: Roberto Vercelli e Michele Miravalle. Entrambi profili che il PD considera di alto livello e con tutte le caratteristiche necessarie per guidare una coalizione volta a fermare un’eventuale ricandidatura di Rasero.

Ma su entrambi i papabili del PD sono arrivati i no incrociati da parte delle liste civiche di centrosinistra e da associazioni a esse collegate che li avrebbero reputati troppo di bandiera, troppo politici e quindi troppo poco vicini alla “società civile”. Vercelli e Miravalle si sarebbero “messi a disposizione” del partito e della coalizione, ma ciò non sarebbe stato sufficiente per superare i dubbi degli aspiranti alleati. «Mi piacerebbe che il confronto non fosse fatto su un’etichetta, ma su proposte concrete – commenta Roberto Vercelli, Deputy CEO presso Vub Banka (Gruppo Intesa San Paolo) – Ho anche detto che la priorità è far tornare a votare quel 50% dei cittadini che si è ormai disinteressato alle elezioni».

Per quanto riguarda la questione di essere o meno rappresentativo della “società civile”, Vercelli replica senza indugi: «Sono più appartenente alla società civile di molti altri e lo dimostrano anche i miei trascorsi lavorativi al servizio dello sport, della diocesi e di altre realtà alle quali il centrosinistra si sta rivolgendo; ma al di là di ciò non credo di avere la rogna solo perché mi ha proposto il PD». Vercelli, che negli ultimi anni ha lavorato in Slovacchia, sta per tornare definitivamente in Italia dove lavorerà ancora per un anno a Milano, facendo il pendolare da Asti. Ed è proprio il suo lavoro in banca che ha sollevato ulteriori dubbi su una sua disponibilità a tempo pieno nel fare il sindaco di Asti.

«Problemi che non esistono – risponde – dal momento che, se fossi candidato ed eletto sindaco, troverei un accordo con la banca per andare in prepensionamento così da potermi dedicare alla città a tempo pieno». Ma se gli alleati dovessero accordarsi con il PD per candidare Michele Miravalle? «Ho un ottimo rapporto con Michele che è più giovane di me, ma che avrebbe tutto il mio appoggio. Ho uno spirito democratico – conclude Vercelli – e non sarò io a impormi sugli altri dando degli ultimatum. Ma credo che bisognerà aspettare fino a metà gennaio per definire questa questione».

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