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Attualità

Chef astigiano bloccato in India dalla pandemia: «Passo le giornate a inventare ricette»

La storia di Roberto Boggio, originario di Revigliasco, che non riabbraccia moglie e madre da due mesi

Un altro matrimonio a distanza

Si potrebbe girare un film sulla vita da “recluso” che sta facendo da 50 giorni un altro astigiano costretto dal coronavirus all’isolamento sociale a migliaia di chilometri dalla sua famiglia.
Lui è Roberto Boggio, da 11 anni executive chef allo Sheraton Hotel di Bombay.
“Il lavoro è la mia vita”, ha sempre amato dire della sua straordinaria carriera, ma il suo cuore rimane in Italia, a Revigliasco per la precisione, doveva vivono la moglie Anselma e la sua anziana madre.
Prima del fermo a causa del coronavirus tornava in Italia ogni due, massimo tre mesi oppure era la moglie a raggiungerlo in India.
«Il 24 febbraio è scattato il lockdown in India – racconta lo chef – e tutti gli hotel, i ristoranti, i centri commerciali hanno spento le luci e sbarrato gli ingressi. Ognuno di noi ha iniziato la quarantena nei rispettivi appartamenti. E’ stato così triste vedere colossi alberghieri vuoti e spenti».

Una torre di 30 piani dove ogni movimento è controllato

Boggio vive nel suo alloggio ospitato in una torre di trenta piani. Una città in verticale dove però è totalmente solo a causa del divieto di incontrare altre persone. Ci pensa la security a registrare tutti i movimenti in modo da scoraggiare le “uscite”. E un ulteriore controllo lo effettuano dei gruppi incaricati dal Governo che ogni settimana, ad insaputa dei cittadini, suonano il campanello ponendo domande sullo stato di salute e misurando la temperatura che annotano su un diario personale. Per fortuna esiste l’aria condizionata, altrimenti sarebbe impossibile sopportare fermi in casa la media dei 40 gradi di temperatura esterna.

Nostalgia del traffico

E non pensava che avrebbe sentito la nostalgia del suono del traffico, continuo e assordante di Bombay, il rombo degli aerei che passava sulla città, una delle più popolate al mondo e la frenesia delle cucine.

Salvato dai fornelli

Bloccato in casa, da solo, come passa le sue giornate?
Boggio, nonostante la tristezza e la nostalgia della famiglia, attinge alla sua arte culinaria per non impazzire di noia.
«Cucino, ordino la spesa on line, invento nuove ricette, ho iniziato a fare i formaggi e il lievito madre. Insomma, faccio delle preparazioni di cucina che mi impegnano e che richiedono lunghi tempi per il risultato. E poi mi faccio le pulizie da solo e qui non posso che pensare e ringraziare ogni giorno mia moglie e mia madre che sono state delle ottime maestre!».

Pronto un libro di ricette

Ma non passa tutto il giorno ai fornelli.
«Per non fermarmi troppo a pensare e non farmi prendere dall’ansia, mi sono messo a scrivere la seconda edizione del mio libro “Il Roberto”, una raccolta di tante ricette classiche che hanno riscosso già tanto successo all’estero».
E quando la nostalgia prende lo stesso il sopravvento, ci pensa Molly a lenirla un po’; il gatto persiano che divide con Boggio l’appartamento in torre.

Una lontananza difficile  da accettare

Perché la lontananza forzata è dura da digerire, anche per uno come lui da sempre abituato a lavorare all’estero.
«Ma ero sempre stato libero di tornare a casa. Ora – confida ancora Boggio – mi sento davvero vivo solo quando il cellulare squilla e dall’altra parte ci sono le persone che amo più al mondo».

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