La Nocciola è una grande risorsa per l’agricoltura piemontese, per difenderla e valorizzarla è sempre più importante l’alleanza tra i corilicoltori, il mondo della ricerca e l’Università. Il convegno promosso da Cia Agricoltori Italiani di Asti – venerdì 12 novembre al Foro Boario di Nizza Monferrato – ha confermato quanto questa relazione possa essere virtuosa e promettente per consentire alle aziende di stringere un patto sempre più forte con il consumatore finale.
Certificare la Tonda Gentile dal campo alla tavola sta diventando un obiettivo raggiungibile grazie ai passi avanti fatti dalla ricerca e in parte già applicati ad alcuni processi produttivi. E’ il caso del Vivaio Roveta di Bubbio, dove sono state prodotte le prime 4000 piante di Tonda Gentile Trilobata con DNA certificato. Diego Breviario, esperto dell’Istituto di Biologia e Biotecnologia Agraria del CNR di Milano, ha spiegato come – grazie al contributo dell’azienda astigiana che ha sostenuto interamente i costi del progetto – sia stata sviluppata la metodologia “FoodCode” per il Nocciolo. Il metodo assegna un profilo di DNA semplice e distintivo, leggibile da cellulare tramite codice QR.
La ricercatrice Francesca Scandellari di Tointech srl ha presentato il progetto “CoRyTeVa” – realizzato in collaborazione con Università di Torino e Università Cattolica del Sacro Cuore e finanziato dalla Regione Piemonte- che punta a individuare i “marcatori” della nocciola. “L’assunto di base – spiega la studiosa – è che nocciole prodotte in zone diverse abbiano una “firma isotopica” diversa che si ottiene analizzando le varianti naturali degli elementi chimici”. Se i risultati preliminari saranno confermati, le aziende avranno un’arma in più per garantire al consumatore finale che la nocciola è davvero made in Piemonte.
Con il presidente Alessandro Durando, esperto corilicoltore, Cia Asti spinge l’acceleratore su innovazione e politiche di filiera che garantiscano alle aziende agricole un ritorno commisurato alla qualità del prodotto. “La corilicoltura è sempre più importante per la nostra economia, basti pensare che solo in provincia di Asti gli ettari coltivati sono più di 5700 e crescono di anno in anno – commenta Durando – dobbiamo proteggere questa produzione di qualità garantendo agli agricoltori un reddito adeguato che consenta investimenti in ricerca, tecniche di produzione all’insegna della sostenibilità, riuso degli scarti, tutele assicurative contro i danni sempre più frequenti provocati dal cambiamento climatico”.
Il presidente nazionale di Cia, Dino Scanavino, è intervenuto sul PNRR.
L’obiettivo del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è agire in un’ottica d’insieme, per costruire veri e propri “sistemi imprenditoriali territoriali” interconnessi, dove le attività produttive e le forze sociali possano fare rete per resistere meglio alle crisi. “La pandemia ha rimesso in discussione tutti i modelli di crescita. Ora la ripartenza dipende dalla capacità di interpretare il cambiamento -ha spiegato Scanavino- utilizzando le ingenti risorse a disposizione per progetti concreti e innovativi, realizzabili con tempi certi e ragionati in un’ottica più verde, digitale e resiliente, come ci chiede l’Europa con il Green Deal”.
Più in dettaglio “dovranno rientrare misure e strumenti specifici per modernizzare e digitalizzare il settore, con l’obiettivo di rendere sempre più sostenibili e competitivi i produttori nazionali, avendo a disposizione tecnologie innovative a supporto delle scelte di tecniche culturali e input produttivi, razionalizzazione delle risorse, raccolta dati, tracciabilità delle filiere e blockchain, rinnovamento del parco macchine agricole”. Non meno strategica, poi, “la creazione di sistemi produttivi a vocazione territoriale, tramite un coinvolgimento attivo e condiviso tra agricoltori, artigiani, commercianti, logistica, turismo, enti locali, consumatori”.
Il settore primario “può diventare il paradigma di un nuovo modello di sviluppo in sinergia con le altre forze economiche e sociali, sostenendo una logica di progettualità trasversali tra le varie Missioni del Piano -ha concluso il presidente di Cia-. Si tratta di un’opportunità unica per consentire all’Italia di imboccare la strada della ripresa, attraverso il rilancio dei territori dal punto di vista sociale, economico e ambientale”.
Il Premio Agrestino 2021 al giornalista Paolo Monticone
Paolo Monticone, giornalista esperto di temi agricoli, direttore di testate locali, per molti anni “colonna” della comunicazione per la Cia Agricoltori Italiani di Asti, ha ricevuto venerdì 12 novembre il Premio Agrestino 2021. Il riconoscimento è stato consegnato dal presidente provinciale Alessandro Durando e dal presidente nazionale Dino Scanavino al Foro Boario di Nizza, in occasione della giornata di studio sulla corilicoltura. Componente del direttivo dei Pensionati Cia e della direzione regionale di Cia Piemonte, Monticone va a impreziosire l’Albo d’oro del Premio annuale dedicato al personaggio che si sia segnalato per la sua attività di valorizzazione e promozione del mondo agricolo e dei suoi “attori”. Dal 1987 ad oggi sono state insignite personalità della politica, della cultura, della scienza, dell’imprenditoria. Nel 2020 il Premio è stato consegnato ad enti, istituzioni pubbliche, forze dell’ordine, medici, infermieri e volontari che si sono spesi con dedizione assoluta e coraggio per contrastare l’emergenza Covid.