È trascorso meno di un anno dalle prime segnalazioni (giugno 2024), ma il problema del taglio dell’erba tra le tombe della Sezione III, al cimitero di viale Don Bianco, non è ancora stato risolto. Per 9 anni, fino al 2024, l’Asp si era occupata di effettuare gli sfalci intorno alle tombe che, per la loro conformazione, sono assimilabili a cappelle private. Poi ha deciso di cambiare le modalità di gestione di quell’area, lasciando degli avvisi sopra ogni tomba per invitare i concessionari (si tratta di tombe in concessione per 99 anni) a provvedere al taglio dell’erba intorno al perimetro delle singole pertinenze. In alternativa, l’Asp avrebbe continuato a tenere in ordine l’area delle tombe, ma dietro un pagamento di 122 euro. C’è chi ha aderito, chi non l’ha fatto e, oggi, il problema dell’erba alta, curata “a macchia di leopardo” si sta riproponendo.
La segnalazione
«Dopo le piogge l’Asp ha provveduto, per la prima volta da gennaio, allo sfalcio dell’erba – racconta una nostra lettrice – Intorno ad alcune tombe, l’area è però rimasta senza sfalcio, con l’erba incolta, idem nei loculi, sì venduti, ma ancora senza defunti. Il risultato, come prevedibile, è un degrado panoramico penoso. L’erba è così alta – continua la signora – che crea un rischio di inciampo nel camminamento fra le tombe e i cippi in pietra. Dov’è finito il mantenimento del decoro che si auspicava?». Segnalando che l’area interessata non comporta grossi costi di gestione dell’erba «che il nostro civile Comune non possa sostenere», la lettrice si dice «delusa» suggerendo una «logica risoluzione di buon senso». Anche sui social la questione tiene banco: «Ci sono pensionati al minimo che hanno lavorato una vita che si vedono costretti a tagliarsi pochi cm di erba con le forbici» evidenzia una cittadina che contesta la scelta gestionale sul taglio dell’erba.
Va detto che l’articolo 69 del Regolamento comunale di polizia mortuaria parla chiaro: i concessionari delle tombe devono provvedere alla manutenzione delle parti in muratura e del verde di pertinenza, “pena la decadenza della concessione”.
La querelle politica
La questione è quindi tornata tra i banchi del Consiglio comunale. I consiglieri di minoranza Malandrone, Briccarello, Bosia e Miroglio hanno depositato un’interpellanza evidenziando che lo sfalcio intorno alle tombe interesserebbe circa 3 mq: «Molti concessionari non hanno aderito al servizio di manutenzione dell’Asp da 122 euro, lasciando il dubbio su come sarebbe stata gestita l’area: chi avrebbe tagliato l’erba? E cosa sarebbe accaduto a chi non avrebbe potuto permettersi né il giardinaggio cimiteriale, né la nuova tariffa? – domandano i consiglieri – Facendo un giro tra le tombe una buona parte, non contrassegnata con palettini rossi, è di cittadini che fanno manutenzione spontanea».
Da qui la richiesta all’amministrazione per sapere se la tariffa di 122 euro «sia adeguata e proporzionale a fronte della superficie da tagliare e se tale costo sia stato comparato con servizi analoghi in altri Comuni». La minoranza chiede «quanti concessionari abbiano aderito alla proposta dell’Asp, cosa accadrà a chi non l’ha fatto e se il Comune intenda comunque garantire un livello minimo di decoro generale, anche nei casi in cui il concessionario non sia in grado di intervenire (per età, salute, lontananza geografica o altre ragioni)». Nell’interpellanza domandano, poi, «quali siano i criteri oggettivi con cui si stabilisce che una tomba o il relativo lotto non siano “decorosi” e quali le conseguenze pratiche della “decadenza” evocata nei cartelli».
Il consigliere delegato ai cimiteri, Piero Ferrero, replica invece che «il Comune, quindi l’Asp, non andrà a tagliare l’erba a chi non ha aderito al servizio perché significherebbe “premiare” i più furbi; senza considerare che, se uno non vuole questo genere di incombenza, può scegliere di seppellire il defunto in un campo comune, dove non dovrà pensare a nulla». Ma, sul costo del servizio, Ferrero aggiunge: «Per me chiedere 122 euro (100 + iva ndr) è tanto, ma ricordo che sono tra 15 e 20 tagli all’anno. In ogni caso, in un mercato libero, ognuno può decidere a chi affidare il lavoro. Meglio sarebbe che ognuno usasse il buonsenso».